Sono le 14:30 quando Antonio Ferrari e Massimo Rolfini terminano la lunga fase di vestizione e si immergono nelle acque dei laghetti di Gambulaga. Riemergeranno tra 72 ore, tra tre giorni, con al collo – metaforicamente parlando – la medaglia di recordman certificati dal Guinness dei Primati.
Mentre leggerete questo articolo Ferrari e Rolfini saranno a quattro metri di profondità, seduti sugli sgabelli “zavorrati” con cui è arredato il loro campo base o a pedalare sulla cyclette subacquea per tenere sempre in attività la muscolatura. Perchè 72 ore sono lunghe. Basta pensare che il record precedente, realizzato da Danilo Bernandoni al Lago di como, era di “appena” 50 ore e 5 minuti. Ma si sa come sono fatti i record: meglio prendere subito un po’ di margine, per non rischiare di essere scalzati subito dopo la premiazione. E per questo i due atleti ferraresi, “punte di diamante” della Protezione Civile di Lagosanto, hanno deciso di spostare le lancette del timer in avanti di altre 22 ore. E forse, se le forze fisiche e mentali reggeranno, anche di qualcosina in più.
Con loro, ad assisterli, c’è un nutrito gruppo di esperti sub provenienti da varie parti dell’Italia, che hanno deciso di unire le forze per la riuscita dell’impresa, come i ragazzi del Diving Odino di Castellamare del Golfo, in Sicilia. E che la sfida di Ferrari e Rolfini sia seguita con entusiasmo da parecchi appassionati di immersioni e di primati lo testimoniano anche le telecamere di Sky sulle rive dei Laghetti di Gambulaga, che registreranno l’impresa per trasmetterla tra poche settimane sul programma Icarus, dedicato agli sport estremi.
I due aspiranti recordman parlano per qualche minuto con le telecamere e i giornalisti, prima di ritirarsi per i delicati preparativi per la lunghissima immersione in cui si stanno per cimentare, “Tesi? Quello no, siamo molto concentrati – spiega Ferrari -. In linguaggio tecnico diremmo rilassati, ma non nel senso che prendiamo le cose alla leggera, ma che siamo coscienti di tutta la preparazione e le cose da fare quando saremo in acqua. L’ansia è il nemico numero uno per un subacqueo: ti deconcentra, influisce sul fisico e ti fa perdere dei dettagli per strada”.
E che la preparazione sia stata studiata in ogni minimo dettaglio si capisce anche dalla equipe di supporto che li circonda. Il medico Ruggero Campi entra nei dettagli dell’allenamento fisico, che si è concentrato soprattutto sulla muscolatura delle gambe e attorno alla colonna vertebrale, per far sì che i due atleti non patiscano i carichi addosso: oltre venti chili che – pur essendo alleggeriti dall’acqua – peseranno sulle loro articolazioni per 72 ore. I loro parametri corporei saranno tenuti in costante monitoraggio e verrà effettuata un’attenta comparazione quando usciranno dall’acqua. Ma la domanda che tutti si pongono è un’altra: come si nutriranno i due recordmen durante la permanenza sott’acqua? “Abbiamo osservato una dieta particolare già negli ultimi mesi – spiega Ferrari – e una volta in acqua avremo un’alimentazione prevalentemente liquida e tendenzialmente proteica, per esempio brodi di carne, da ingerire con la cannuccia”.
I ragazzi del team di subacquei che supporta Ferrari e Rolfini faranno anche da ‘camerieri’ durante l’impresa, portando nel campo base della coppia (delimitato da alcune boe in mezzo al lago di Gambulaga) sia le provviste che i ricambi delle bombole di ossigeno. Operazioni quantomai vitali, se si considera che i due aspiranti recormen dormiranno anche per due notti a quattro metri zavorrati sotto il pelo dell’acqua e dovranno essere costantemente riforniti di aria. “Cosa faremo quando saremo lì sotto? Abbiamo tutta una serie di gadget – scherza Rolfini prima dell’immersione -: una lavagnetta per comunicare tra noi, tavoli, sgabelli, forse ci faremo portare anche le carte da gioco”. La sua concentrazione si spezza solo quando parla dei motivi che animano questo “assalto al record” e alla sua importanza per il territorio. “Ovviamente non vogliamo essere presi per presuntuosi – spiega Rolfini – ma si tratta di un record mondiale che verrà realizzato a Ferrara, e sono venute persone anche dalla Puglia e della Lombardia per aiutarci a contribuire e a dare visibilità al nostro territorio”.
Un discorso che inorgoglisce la responsabile della protezione civile di Lagosanto, Donatella Moretti: “Sono sicura che riusciranno a superare brillantemente la prova – afferma la Moretti -. Tutta la protezione civile è con loro e chiaramente siamo molto fieri di poter contare su due subacquei di questo livello”. Per Ferrari e Rolfini però è ancora presto per cantare vittoria. La preparazione dei due sommozzatori è lunga e accurata: ogni dettaglio è studiato nei minimi dettagli. E dopo un saluto, un bacio e qualche battuta goliardica il gruppo si allontana a nuoto verso il “campo base” subacqueo che per i prossimi tre giorni sarà il loro originale appartamento. Ci vediamo tra 72 ore.
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