Due agenti della questura sono stati contagiati dalla Tbc a Ferrara durante le operazioni di accoglienza degli immigrati. A rivelarlo sono due rappresentanti dei sindacati Sap e Siap Luca Caprini e Alessandro Chiarelli. L’ultimo caso è stato registrato solo venerdì scorso mentre il primo è risalente a circa un mese fa. Per uno degli agenti la tubercolosi sarebbe stata riscontrata in forma attiva e sarebbe già seguito dall’Ausl per effettuare il ciclo di antibiotici per 6 mesi; l’altro agente azione infettiva del batterio sarebbe stata bloccata prima.
“I due operatori erano privi di protezioni minimamente efficaci ed ora devono affrontare il complesso iter della profilassi” affermano i due. Il contagio sarebbe avvenuto all’interno di una struttura predisposta per far fronte all’emergenza profughi nella quale è stata accerta la presenza di almeno un uomo contagiato da tubercolosi. “Vengono mandati con delle mascherine di carta e le persone vengono ricevute negli uffici immigrazione e della scientifica i cui ambienti nei weekend non vengono puliti, ma in alcuni uffici i tagli hanno portato a pulizie ogni 15 o 30 giorni”. “Molti di noi lavano da soli il proprio ufficio”, rivela Chiarelli.
Ma questo è solo il caso più eclatante di una situazione “al collasso” come denunciano in maniera unitaria tutti i sindacati di polizia presenti sul territorio ferrarese: Siulp, Sap, Siap, Silp-Cgil, Ugl e Coisp. “Siamo al collasso della struttura che garantisce la sicurezza in provincia – afferma Chiarelli -. Un disastro organizzativo, c’è mancanza di strategia da parte del ministero che ormai si occupa solo di fare tagli lineari e non riesce più a garantire la sicurezza sul territorio gestendo solo le situazioni emergenziali che ormai sono diventate strutturali come l’accoglienza dei profughi”. E quello della sicurezza è un tema sul quale Caprini e Chiarelli battono con vigore: “A Ferrara siamo ai livelli minimi assoluti di personale, non possiamo più garantire i livelli di sicurezza richiesti giustamente dai cittadini – sottolinea Chiarelli -. Il posto di polizia all’Ospedale, ad esmepio, apre a singhiozzo con il personale di altri uffici che dunque rimangono scoperti. Ma – prosegue il sindacalista del Siap – ci sono uffici senza personale e dunque si accumulano le pratiche per questioni importanti come, ad esempio, il contrasto alla violenza sui minori”. Tra le mancanze non solo quelle di personale ma anche di strumenti e automobili: “Io, come molti altri colleghi, mi porto da casa la carta igienica e anche le puntine per spillare i documenti”, afferma con amarezza Chiarelli. “È come se un operaio della Fiat dovesse chiedere un cacciavite al suo datore di lavoro per poter svolgere il proprio lavoro, siamo in una situazione davvero assurda”, commenta il collega del Sap.
Dito puntato non solo sul ministero ma anche sul questore di Ferrara Orazio D’Anna: “Non ha un’idea e una strategia su cosa fare per il personale – spiega Chiarelli -. Più volte abbiamo chiesto degli incontri ma lui fa finta di nulla, non ci sente. Si occupa di tamponare e basta: non c’è più copertura per le Volanti, si fa la turnazione con i capi squadra degli altri uffici, in pratica tutti fanno tutto, altro che specializzazioni”. Chiarelli e Caprini denunciano con forza la mancanza di agenti: “In Italia solo quest’anno ci sono stati 1300 arruolamenti e 2500 pensionamenti e anche a Ferrara il saldo non è positivo – spiega Caprini -. In più l’età media si avvicina ai 50 anni soglia dalla quale scattano le esenzioni da certi servizi”. Secondo i due rappresentanti sindacali a Ferrara sarebbero in servizio solo due under 30 su 230 persone in servizio: “Manca il turnover, non c’è ricambio generazionale e il 20% del personale ha già esenzioni di vario tipo e così sono rimasti pochi poliziotti arruolabili per i servizi”, denunciano ancora i due.
La contromisura è drastica, tutti i sindacati hanno deciso per un’azione durissima di protesta: sono state tolte tutte le deroghe agli orari di servizio, sia per l’ordine pubblico che per l’accompagnamento degli stranieri. “La situazione collasserà in maniera strutturale tra 3-4 anni – prevede Chiarelli – e nessuno si sta muovendo per risolverla”.
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