I precedenti, nel corso degli ultimi mesi, sono stati numerosi in diverse province del centro e nord Italia, tra cui Firenze, Ravenna e Milano. Ma anche Ferrara non poteva restare immune al sempre più diffuso fenomeno delle truffe dei rilevatori di gas. La tecnica, così come il presunto “mandante”, è sempre la stessa: i rappresentanti di una ditta lombarda (con sede legale a Milano e sede operativa a Brescia) bussano alle porte delle abitazioni – in particolare dei cittadini più anziani e meno informati – per proporre l’acquisto di un rilevatore contro le fughe di gas, il tutto al “modico” prezzo di 250 euro. Dov’è la truffa? Innanzitutto nel costo, visto che il valore di mercato degli apparecchi viaggia normalmente tra i 20 e i 50 euro. Ma soprattutto nel fatto che il rilevatore viene puntualmente spacciato come obbligatorio per legge, in modo da far scaturire nell’acquirente, oltre alle preoccupazioni per un’improvvisa fuga di gas, anche la paura di una salata contravvenzione.
A finire nei guai questa volta s0no sette dipendenti della solita azienda lombarda, pizzicati dai carabinieri della stazione di Porotto mentre erano impegnati nella ronda porta a porta nel ferrarese. I membri del gruppo sono stati tutti denunciati in stato di libertà per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, che si andranno a sommare ai numerosi procedimenti penali in capo ai dipendenti e ai rappresentanti legali dell’azienda.
Per smascherare l’inganno, in realtà, basterebbe leggere con attenzione il contratto proposto dai venditori, in cui viene specificato che l’installazione di rilevatori per le fughe di gas è completamente facoltativa. Eppure a causa della consolidata tecnica dei venditori sono ormai centinaia le persone che in Italia denunciano le truffe perpetrate dalla ditta lombarda. Che secondo l’Antitrust avrebbe ormai messo in piedi una vera e propria strategia criminale: “il consumatore – scrive l’autorità – si trova in una posizione di debolezza nei confronti di una tecnica di vendita basata sull’effetto sorpresa, tanto più forte in quanto esercitata soprattutto nei confronti di persone anziane. In più parti dei manuali di vendita è possibile leggere frasi in cui si dice che la sicurezza è l’elemento da sfruttare per convincere i consumatori ad acquistare l’apparecchio”.
Ma se incautamente siamo caduti in errore e abbiamo acquistato un apparecchio che credevamo obbligatorio? Anche in questo caso ci può essere una via di fuga: entro 10 giorni è possibile esercitare il diritto di recesso tramite raccomandata a/r (o via fax, per poi inoltrare raccomandata entro 48 ore). E nel caso al momento dell’acquisto non si sia stati informati su questa possibilità, il tempo limite per richiedere il recesso sale a 60 giorni.
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