Non vi sono elementi per parlare di bullismo quale causa scatenante del tentato suicidio della giovane 14enne alla succursale del Liceo Ariosto di via Dosso Dossi. I problemi che devono aver afflitto la ragazzina, secondo quanto al momento accertato dagli inquirenti, sarebbero da ricercare in un disagio psicologico che da qualche tempo la tormentava, quello del timore per la sua salute. Un timore, come detto, tutto di origine psicologica, scatenato da dolori rispetto ai quali in passato era già stata rassicurata dai medici. Ma la fragilità dell’adolescenza porta a volte ad amplificare eventi che sarebbero di per sé trascurabili, ingigantendoli fino a renderli quasi insopportabili.
E’ quanto emerge dalle indagini degli inquirenti che hanno vagliato attentamente il diario sequestrato della giovane studentessa e ascoltato i genitori. L’ipotesi del bullismo è stata dunque al momento accantonata, nostante sia stata presa in considerazione dagli inquirenti, che hanno approfondito la testimonianza raccolta dalla testata web “Ferrara By Night” su presunti atti di bullismo. Non trattandosi di dichiarazioni anonime, quindi non segnalazione anonima ma fonte coperta da anonimato, le indagini non hanno potuto trascurare la testimonianza e l’ipotesi bullismo, anche in virtù dei recenti fatti di cronaca su un fenomeno sempre più preoccupante e diffuso fra i ragazzi. Ciò che si è potuto evincere è che la giovane veniva sì scanzonata da alcuni coetanei, ma per il fatto che fosse estremamente brava a scuola, la classica “secchiona” che scatena le invidie dei meno dotati. Giudicata invece più attendibile dagli inquirenti (il pm Savino è il titolare dell’indagine) la causa dell’autosuggestione rispetto a ipotetici malanni fisici, che portavano la 14enne ad avere sempre con sé farmaci antidolorifici. Questo emergerebbe dalle pagine del suo diario, dove non vi è traccia invece di persecuzioni da parte di altri giovani.
La stessa ragazzina – che al momento, dopo le operazioni di riduzione delle fratture riportate (arti e bacino), si trova precauzionalmente in terapia intensiva – verrà ascoltata non appena sarà in grado e con tutte le garanzie del caso. E a quel punto, forse, si potrà chiarire definitivamente l’origine del disagio che l’ha portata a tentare il gesto estremo, senza fortunatamente riuscirci.
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