Sport
12 Febbraio 2014
Luis Fernando Centi, ex capitano della Spal, raccontò ai compagni di squadra quanto accaduto la sera del litigio

Pugni al figlio dello sponsor, ma credeva fosse un tifoso

di Ruggero Veronese | 3 min

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Luis Fernando Centi in maglia biancazzurra

Era convinto di aver picchiato un “semplice” tifoso, quando alla mattina si presentò al campo di allenamento della Spal e raccontò con dovizia di particolari l’episodio ai compagni di squadra. Senza mai negare di aver colpito con tre pugni il malcapitato cliente della discoteca che – si scoprì il giorno dopo – si rivelò essere Andrea Santini, figlio dell’allora presidente di Carife, principale sponsor della società calcistica. È quanto emerge dalle testimonianze durante il processo per lesioni personali a Luis Fernando Centi, ex capitano della Spal protagonista del violento litigio che all’inizio del febbraio del 2009 costò 25 giorni di prognosi al malcapitato Santini.

Il capitano della prima squadra contro il figlio dello sponsor: un episodio che – vista la posizione dei protagonisti – non tardò a finire sulle pagine dei quotidiani nazionali. E che proseguì con una querela da parte di Santini (attraverso l’avvocato Marco Linguerri) e con l’avvio del relativo processo. Sul piano sportivo invece i tre pugni costarono al centrocampista la fascia di capitano (consegnata dalla società a Marco Zamboni), una multa salata e l’esclusione dall’undici titolare per la gara successiva, mentre la sua carriera in maglia biancazzurra si concluse circa un anno dopo, durante la sessione di mercato del gennaio 2010.

I fatti sono ormai noti, anche se resta da definire con assoluta certezza il movente dell’aggressione. Centi, centrocampista di origini colombiane ma nato ad Ascoli, approda alla Spal nell’estate 2008, a 32 anni e dopo aver solcato anche i grandi palcoscenici della serie A con la maglia del Livorno. Qualche mese dopo passa un venerdì notte in una discoteca assieme al compagno di squadra Alessandro Cortei e a due ragazze, dove resta fino a tarda ora. All’uscita del locale monta a bordo di un Suv e percorre una stradina della città a forte velocità, nonostante stessero transitando alcune persone in bici. Proprio tra questi c’è Andrea Santini, anche lui nello stesso locale in precedenza, che non rimane a guardare e pare rispondere qualcosa all’indirizzo del conducente. Dalle parole si passa ai fatti una volta che i due si incontrano in piazza Ariostea e il giocatore lo colpisce al volto. Della lite vengono avvisati i carabinieri che riescono a prendere la targa del veicolo ma non a fermare il calciatore.

Ma per quale motivo Centi perse le staffe? Durante l’ultima udienza è stato chiamato a testimoniare l’ex compagno di squadra Cristian Servidei, difensore centrale (oggi 41 enne), che ha riferito quanto udì la mattina seguente dalle parole dell’allora capitano. Secondo lo stopper, Centi raccontò ad alcuni compagni che la sera precedente “aveva picchiato un tifoso” che lo contestava per il suo comportamento poco professionale, rinfacciandogli il fatto che a tarda notte si sarebbe già dovuto trovare a letto. Infatti, anche se quella domenica non si sarebbe svolta alcuna gara, il mattino seguente si sarebbe comunque svolto regolarmente l’allenamento. Tra gli altri testimoni anche un consulente medico di parte e i carabinieri che intervennero in piazza Ariostea, che riferiscono come Santini fosse conciato talmente male da avere “la faccia grossa come un melone”.

Decisiva per la difesa sarà quindi la testimonianza di Cortei, inizialmente co-indagato con Centi, che è però mancato durante l’udienza adducendo motivi di salute. Un fatto sospetto per tribunale e parte civile – che in un primo momento ha anche proposto una verifica fiscale – e che ha costretto il tribunale a rimandare tutto alla prossima udienza, prevista per marzo.

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