Cronaca
27 Gennaio 2014
L'Inps le sospende e i datori di lavoro devono pagarsele. Situazione drammatica per i medici in esclusiva

Visite fiscali quasi azzerate

di Mauro Alvoni | 3 min

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medici visitaLe visite dei medici fiscali sono pressoché azzerate. Una situazione che è stata tenuta il più possibile nell’ombra, per evitare una probabile corsa all’assenteismo, ma ora sono proprio i medici fiscali a non poter più reggere una situazione che si sta protraendo dallo scorso maggio, da quando cioé l’Inps ha deciso di sospendere le visite fiscali disposte d’ufficio per i lavoratori in malattia, ad eccezione di quelle richieste esplicitamente dai datori di lavoro con oneri a loro carico.

Se da un lato la decisione rientrava nell’ambito delle misure finalizzate al taglio dei costi previsto dalla spending review, con un risparmio stimato per l’Inps di 500 milioni di euro l’anno, dall’altro a farne le spese finora sono stati i circa 1.200 medici fiscali italiani che si sono ritrovati improvvisamente il numero di visite Inps praticamente azzerate, con conseguente enorme riduzione dei compensi. Stessa sorte, ovviamente, è toccata agli otto medici fiscali di Ferrara. Per quattro di loro la situazione è diventata addirittura drammatica, dato che la professione di medico fiscale veniva esercitata in esclusiva e il loro reddito è precipitato fino a 500 euro lordi al mese.

“Va un po’ meglio – rivela il medico dermatologo Giampiero Griselli – per chi come me non fa esclusivamente il medico fiscale. Di certo, però, se prima a Ferrara venivano effettuate circa mille visite al mese, da quando l’Inps ha deciso la sospensione delle visite fiscali d’ufficio ci siamo ritrovati alcuni mesi con nessuna visita, un po’ “meglio” in gennaio con appena 37 visite. Tenendo conto che queste vengono retribuite con 40 euro lordi a visita effettuata”. Tutto questo perché, in mancanza della funzione fiscale dell’Inps, i datori di lavoro sarebbero costretti a pagare di tasca propria i controlli, in una situazione generale di crisi che non agevola certo le uscite di denaro quando evitabili. “Si è cercato anche da parte dell’Inps di non diffondere troppo la notizia – aggiunge Griselli – perché si sarebbe potuta scatenare una corsa all’assenteismo massiccia. Il fatto è che ora i medici fiscali sono esasperati. Da un parte l’Inps che sostiene che la funzione fiscale verrà rimodulata, ma l’attesa è lunga. Nel frattempo si sono moltiplicate le interrogazioni parlamentari e le richieste a tutti i livelli, a partire dall’Anmefi (Associazione nazionale dei medici fiscali), passando dall’Ordine dei Medici, ma allo stato attuale ancora nulla si è sbloccato”.

Oggi, insomma, un lavoratore del settore privato che dovesse prendersi giorni di malattia senza effettiva giustificazione non correrebbe grossi rischi, sempre che il suo datore di lavoro non nutrisse grossi sospetti decidendo così di sborsare di tasca propria gli oneri di una visita fiscale. Nulla cambia, secondo quanto precisato a suo tempo dal dipartimento della Funzione pubblica, nel pubblico impiego, dove le visite d’ufficio non erano previste e quindi continueranno a essere effettuate su richiesta dei datori di lavoro, in considerazione del fatto che i relativi oneri sono a loro carico.

Nell’attesa che qualcosa si sblocchi, per i medici  fiscali, soprattutto quelli in esclusiva è arrivato da un po’ il momento di stringere la cinghia. E c’è già chi, nonostante 20 anni di esercizio della professione, sta dando fondo ai risparmi accantonati e riducendo le spese per superare la situazione,  sperando che non si protragga troppo a lungo.

 

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