E’ stato firmato poco dopo la mezzanotte di venerdì scorso l’accordo tra sindacati e commissari che chiude la prima parte della trattativa Carife in corso da qualche settimana.
L’ufficialità dell’accordo con i dettagli dovrebbe arrivare nelle prossime ore attraverso un comunicato delle rappresentanze sindacali alla stampa (probabilmente escludendo ancora Estense.com, nonostante la contrarietà dei sindacati di riferimento), ma da fonti certe e attendibili il documento firmato prevede una serie di misure che coinvolgono tutto il personale del gruppo nel concorrere, su base volontaria, a perseguire l’obiettivo dei commissari di ridurre i costi del personale in tempi brevi.
Nell’accordo, dunque, si propone l’accesso al fondo di solidarietà per chi maturerà i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2018, ovvero circa 110 persone. Ulteriori misure dell’accordo riguardano l’esodo incentivato, con l’esclusione dei dirigenti, la concessione di nuovi part-time e concessioni di aspettativa anche oltre l’anno, oltre alle cosiddette giornate di solidarietà, vale a dire l’astensione volontaria dal lavoro per un determinato numero di giornate con retribuzione ridotta al 60% del salario.
L’obiettivo dei commissari sarebbe quello di contenere i costi nella misura di diversi milioni in un tempo breve, data la situazione critica del gruppo Carife. E qui entra in ballo la seconda fase, che rischia di essere la più dolorosa. E’ stato infatti stabilito un termine per una prima verifica congiunta dei risultati, cioé il 31 ottobre di quest’anno, che servirà a capire quante adesioni volontarie sono state ricevute e, soprattutto, se queste consentiranno di raggiungere l’obiettivo. Nel corso della verifica congiunta, dunque, commissari e sindacati dovranno aprire una nuova trattativa sulle ulteriori misure da adottare, che dovranno essere questa volta obbligatorie per tutto il personale.
Intanto, al di fuori dell’accordo con i sindacati per ridurre le spese del personale, i commissari proseguono anche sulla strada della riduzione delle sedi e filiali periferiche, con Banca Farnese che dovrebbe essere ceduta a breve, così come le filiali di Parma e Milano.
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