In questo post lascio spazio alle… nuove generazioni. Di seguito vi riporto una favola scritta da mio figlio all’età di sei anni. Per me è molto bella…
Il mago libera il gufo
Un leone mangia il gufo
E il mago libera il gufo.
L’ uomo pianta un albero.
Ma improvvisamente una tempesta spezza le radici del robusto albero.
Allora un giovane bambino decide di salvare proprio quel meraviglioso albero che a primavera si sarebbe tinto di rosa.
Afferra i rami e li lega con una grossa corda.
Poi aspetta che la bufera sia passata e finalmente può togliere la corda e la sciare che il vento accarezzi i piccoli germogli.
Per osservare meglio lo spettacolo siede su una lunga panca di legno e aspetta che il sole lo riscaldi.
Infatti presto arriverà la primavera con le sue lunghe giornate tiepide a riempire la terra affamata dei suoi colori e profumi.
Al bambino non resta dunque che aspettare.
L’uomo vede da lontano questo bambino seduto davanti al suo albero e all’inizio non capisce che cosa ci faccia proprio lì davanti e nemmeno capisce cosa stia aspettando.
Pensa che si sia perso, che stia cercando la mamma ma poi si avvicina e vede che e’ sereno e quasi allegro lo saluta.
Che fai qui dolce creatura?
Sto aspettando la primavera
ma ci vorrà ancora un mese
Lo so ma ho paura che una nuova tempesta metta a rischio le radici di questo albero meraviglioso e allora ho deciso che me ne andrò solo dopo la prima fioritura.
Tu hai pazienza, gli dice l’uomo stupefatto e incredulo
le cose belle hanno bisogno di pazienza.
Forse hai ragione e allora aspetterò con te così ci faremo compagnia, sempre che ti vada.
Ma certo, le chiedo solo di rimanere in silenzio.
Per tutto il tempo.
Certo
perché?
Voglio sentire il rumore della natura.
La voce della luna, del sole, della pioggia, degli uccellini.
E allora i due rimasero in silenzio per tutto il tempo fino a quando l’albero non fu interamente ricoperto di rosa e il suo profumo poteva arrivare ovunque.
A quel punto i due si salutarono e tornarono nelle loro case pieni di amore.