Politica
22 Maggio 2013
Incasso di 7,8 milioni. Marattin: "anzichè alle banche andranno ai cittadini"

Il Comune vende le azioni Hera

di Ruggero Veronese | 4 min

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Immagine“Il Comune di Ferrara alienerà le proprie quote di partecipazione in Hera libere dal patto di sindacato”. L’annuncio, completamente a sorpresa, arriva direttamente dal sindaco Tiziano Tagliani e dall’assessore al bilancio Luigi Marattin dopo la riunione di giunta in mattinata. Una decisione motivata principalmente dall’andamento in borsa delle azioni dell’azienda, che hanno toccato nelle ultime settimane il valore più alto dal 2009 (in cui raggiunsero i 2 euro a titolo)  e la cui vendita consentirà di dare “un’ulteriore botta” – per usare un’espressione di Marattin – al debito pubblico e agli oneri degli interessi che gravano sui bilanci comunali.

Il ragionamento degli amministratori infatti è prima di tutto economico: pur sacrificando una quota dei dividendi portati annualmente dalle azioni nelle casse pubbliche, il saldo dell’operazione resta positivo se si considera che il peso dell’indebitamento fa spendere ogni anno quote importanti di bilancio solo per gli interessi. Il numero di azioni di Hera in capo al Comune di Ferrara è di circa 30,5 milioni, possedute per circa l’80% dalla holding Ferrara Servizi, e per la quota restante (6,3 milioni) direttamente al Comune. Buona parte di queste ultime (circa 5 milioni di azioni) sono libere dal patto sindacale – che vincola la proprietà delle azioni agli enti pubblici – e saranno messe sul mercato.

Ma quanto guadagnerà il Comune da questa operazione, e quali benefici avrà sulla vita pubblica? Allo stato attuale le azioni di Hera sono valutate 1,74 euro, e una vendita immediata frutterebbe 8,2 milioni di euro. Naturalmente le variazioni finanziarie sono costanti, e Marattin afferma che “prudenzialmente abbiamo ipotizzato una variazione al bilancio di 7,8 milioni”. L’assessore parla anche di un limite al ribasso dei titoli, che non saranno venduti nel caso il valore dovesse scendere sotto 1,50 euro (con un incasso totale di 7,5 milioni). Secondo Tagliani il beneficio maggiore di questa operazione sarà legato ai servizi pubblici, dato che con un debito meno gravato dal debito e più risorse libere dal pagamento degli interessi “la vendita ci consente di difendere il livello dei servizi, come le scuole e la sanità, che altrimenti sarebbero stati erosi dagli oneri”.

grafico_titolo_hera_cs21mag13Tagliani e Marattin non escludono neppure una possibile vendita, al termine del patto sindacale nella seconda metà del 2014, di altre azioni Hera, ma il sindaco sottolinea che “faremo una valutazione complessiva, che tenda conto del fatto che essere nel patto di sindacato ci rende capaci, seppure in misura modestissima, di partecipare delle decisioni di questa società, e in alcune occasioni di sollecitare investimenti che ci stanno particolarmente a cuore”. Il rischio potrebbe essere infatti quello di perdere troppo peso “politico” all’interno della multiutility, anche se per il sindaco “i rapporti reali tra le amministrazioni e Hera si misurano sui contratti di servizi”. La percentuale minimale del 2,7  di partenza non avrebbe garantito in ogni caso la possibilità di fare la voce del padrone. La questione comunque non passa in secondo piano e Tagliani spiega che “il mondo sindacale, come abbiamo visto recentemente in alcune vertenze, ci chiede di avere un ruolo di interlocuzione forte con la società che non può essere affidato puramente al contratto di servizi presuppone necessariamente di avere della monete di scambio patrimoniali. Quindi una valutazione su quello la faremo con calma prendendo i pro e i contro di questi elementi”.

Elementi tra cui figura anche la redditività delle azioni Hera, una cui totale alienazione escluderebbe il Comune di Ferrara dai costanti utili annuali dell’azienda. La strategia a lungo termine degli amministratori potrebbe però essere quella di un interesse sempre minore nella società, evitando così anche i possibili conflitti di interessi che si creano nel partecipare ad aziende di servizi. “È un disegno anche di strategia politica – spiega Tagliani -: ci troviamo una società con un forte capitale pubblico che vive questa felice stagione, ma che ha ancora problemi di relazioni col territorio perchè al tempo stesso è una società che risponde anche ad investitori privati, e questo mette in discussione la strategicità della partecipazione. La valutazione la faremo nei prossimi mesi, siccome le performance della società sono molto buone e ci sono interessi di tutela del territorio molto significativi dietro una gestione a partecipazione anche pubblica di Hera. Oggi gli stessi dati di borsa fanno rendere per noi competitiva la vendita di quelle azioni, perchè mettendo a fronte la redditività annuale dei titoli con i costi di quel debito ci rendiamo conto che la differenza è a nostro favore”.

Per Marattin questa operazione, “assieme al percorso fatto in questi anni, ci porterà al 1° gennaio 2014 ad avere uno stock di debito di 50 milioni in meno rispetto all’inizio della legislatura. Dai 167 iniziali a 117 nel 2014. Negli ultimi tre anni l’abbattimento del debito ha fatto risparmiare ai cittadini ferraresi 6,3 milioni di euro, soldi che altrimenti sarebbero andati alle banche e li abbiamo destinati ai servizi e alla parte corrente del bilancio”.

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