Cronaca
29 Aprile 2013
Giuseppe Giangrande aveva prestato servizio nel maggio 2012. Apprensione e commozione fra i colleghi dell'Alto Ferrarese

Spari a Roma, un carabinere ferito era a Cento per il sisma

di Mauro Alvoni | 2 min

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Giuseppe Giangrande (foto tratta dal profilo facebook)

Giuseppe Giangrande (foto tratta dal profilo facebook)

Sconcerto e commozione sono i sentimenti che attraversano i militari dell’intera Compagnia di Cento alla notizia del ferimento del collega Giuseppe Giangrande, uno dei due carabinieri colpiti ieri mattina nella sparatoria davanti a Palazzo Chigi. Lo avevano conosciuto un po’ tutti, nell’Alto Ferrarese, dove il 50enne brigadiere di Prato e di origini siciliane, aveva prestato servizio con il Battaglione Toscana di Firenze nei giorni drammatici del terremoto, distinguendosi per la sua estrema disponibilità e preparazione.

In quei giorni terribili aveva prestato la sua opera per un paio di settimane, mettendosi a disposizione della Compagnia, soprattutto a Sant’Agostino e San Carlo, ma effettuando servizi anche a Poggio Renatico, a Cento, a Bondeno. Fra i colleghi della Compagnia di Cento, quindi, la voce del suo ferimento nella sparatoria a Roma ha creato sgomento e commozione. Una voce che è rimbalzata da una Stazione all’altra , dove in tanti hanno un ricordo limpido di Giuseppe Giangrande e si sono idealmente stretti attorno a lui e alla famiglia. Giangrande sta lottando tra la vita e la morte all’Umberto I di Roma, in prognosi riservata dopo essere stato colpito al collo dal proiettile sparato da Luigi Preiti. Una lesione grave alla colonna vertebrale cervicale che ha richiesto un delicato intervento chirurgico. I medici hanno comunicato che la prognosi per lui rimarrà “riservata per 72 ore quoad vitam”, cioé senza potersi esprimere sulle sue possibilità di sopravvivenza fino al termine delle 72 ore.

Giangrande, che vive a Prato da anni, è rimasto vedovo da un paio di mesi e ha una figlia di 23 anni, che si è messa ini viaggio per Roma non appena appresa la notizia raggiungendo la capitale nel pomeriggio attorno alle 17. Il brigadiere è in servizio al Sesto battaglione carabinieri Toscana, con sede a Firenze, dal 2009, dopo un’esperienza nel radiomobile di Prato. Ed è con i colleghi di questo battaglione che aveva raggiunto la nostra provincia nel maggio 2012 per dare un aiuto alle popolazioni terremotate. L’esperienza più importante di quei giorni è stata a Sant’Agostino. Giangrande aveva inserito sulla pagina del suo profilo facebook alcune immagini scattate in zona, quella impressionante del municipio sventrato e di un’abitazione invasa dal fango proveniente dal sottosuolo. “Oggi alle ore 09.03 circa – ha scritto il 29 maggio, data della seconda scossa – ho vissuto unitamente ai ragazzi della squadra cosa significa sentire il sisma di 5.8 mag. , vi posso garantire che nn è una bella esperienza”. Non poteva sapere che l’esperienza più brutta l’avrebbe vissuta in queste ore di lotta contro la morte.

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