Mi auguravo che la forza dei contenuti potesse redimere la debolezza delle liste di Rivoluzione civile ma così non è stato!
Ha vinto chi ha puntato l’attenzione sul chi – i giovani, i fuori sistema, il nuovo guru – piuttosto che sul cosa. Nel programma del Movimento 5 stelle ci sono certamente punti importanti che appartengono al mondo ambientalista e movimentista. Ricordo personalmente Grillo partecipare a fine anni ’90 ai convegni dei Bilanci di giustizia in cui ci battevamo per un nuovo stile di vita equo ed ecompatibile. Lo ricordo anche ad alcuni convegni della finanza etica e con spettacoli di impronta strettamente ambientale. Poi l’illuminazione messianica!
Onore ai vincitori, ho titolato. L’onore alle persone che si assumeranno in prima persona l’onere, innanzitutto, di tirar fuori l’Italia dal baratro in cui s’è infilata, che è soprattutto ambientale, prima che economico e finanziario. Sono infatti assai più preoccupanti il cedimento strutturale di colline e montagne, l’incapacità del suolo di assorbire le alluvioni, la subsidenza e l’erosione costiera, dell’aumento dello spread e indubbiamente si tratta di attuare interventi che godono di assai poco appeal mediatico. Saluto con piacere l’impegno a interrompere le grandi opere e le commesse inutili, augurandomi che non insorgano motivazioni del tipo: – il contratto è già in essere e non possiamo interromperlo, perché costerebbe troppo – come accaduto con l’inceneritore di Parma! Né che una delle cinque stelle – quella dell’acqua pubblica – brilli un po’ meno per motivi strettamente finanziari.
Chi si è fatto carico di stravolgere le regole politiche vigenti ha l’obbligo politico, oltre che morale, di riformulare nuove regole, di bypassare le vecchie logiche economiche che hanno portato il Paese all’attuale stato di declino.
Personalmente ero partita dall’appello dei movimentisti di Cambiare si Può, finiti schiacciati dalla logica spartitoria, in una lista di rivoluzione che però non ha saputo rivoluzionare le proprie regole. Ottime le intenzioni ma il metodo diventa ora sostanza! Ed è questa sostanza che chiedono gli italiani, i quali da destra, da sinistra e dall’astensionismo qualunquista o arrabbiato hanno trovato nella voce di Grillo il proprio grido di vendetta. La voce che abbiamo sentito finora è stata infatti solo quella di Grillo che non sarà né in Parlamento, né al Governo. Ora si zittisca e si senta chiara e nitida la voce degli eletti, seguita a ruota dalle loro pratiche, e restituisca il rispetto ai vinti i quali sono quelli cui comunque si deve finora il mantenimento delle istituzioni che ancora compongono la nostra democrazia.