Cronaca
19 Febbraio 2013
L'avvocato Barbieri parla di "atteggiamento sbagliato" della banca, che non avrebbe svolto controlli efficaci sull'operato del broker

Il Codacons ridà speranza ai clienti di Mazzoni

di Ruggero Veronese | 3 min

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foto (22)Sono almeno duecento gli ex clienti del broker Raffaele Mazzoni accorsi all’hotel “da Giuseppe” di Copparo per il primo incontro con gli avvocati del Codacons. Duecento persone venute per cercare di far luce sulla propria situazione finanziaria, e capire se e in che misura potranno farsi restituire da Banca Mediolanum i soldi, gli assegni e i titoli affidati alla mani dell’agente finanziario che ha fatto perdere le proprie tracce nelle settimane scorse. Una questione che può essere risolta solo determinando con chiarezza quali sono le responsabilità dei clienti e degli istituti bancari. Ciò che infatti è emerso dalle parole dell’avvocato Bruno Barbieri, vicepresidente nazionale del Codacons, è che “l’istituto di credito potrebbe avere più responsabilità di quanto i suoi ispettori non lasciassero intendere inizialmente”, e che “un risarcimento almeno parziale del danno economico causato dagli investimenti di Mazzoni possa essere garantito a ogni cliente”.

Il primo avvertimento lanciato da Barbieri, che verrà ripetuto più volte nel corso della serata, è di avere un rapporto di collaborazione con la banca, “ma senza mettersi nelle mani degli ispettori”, dal momento che in una situazione come questa gli interessi dei clienti e dell’istituto bancario difficilmente coincidono: “Gli ispettori Mediolanum sono dipendenti pagati dall’azienda per farle spendere il meno possibile in risarcimenti. Ci sono corsi a cui le banche sottopongono queste figure professionali proprio per riuscire a trovare i timori e le insicurezze delle persone, e far nascere nel cliente il dubbio di aver sbagliato in modo da spingerlo ad ammettere una parte di responsabilità e contrattare sul risarcimento”.

Barbieri elenca gli obblighi a cui è tenuta la banca verso i propri clienti, spiegando che gli ispettori in nessun caso hanno il diritto di chiedere la documentazione dei clienti o di far firmare alcun foglio e che, al contrario, sono i risparmiatori stessi a poter ottenere ogni informazione sul proprio conto corrente entro 90 giorni dalla richiesta. “Da parte di Banca Mediolanum – sostiene il viceprresidente Codacons – c’è stato un approccio sbagliato nel voler risolvere questa vicenda mandando gli ispettori a controllare i vostri documenti. E un approccio sbagliato nel consigliare ai clienti di non rivolgersi agli avvocati e di non diffondere la notizia sulla stampa. Queste banche vorrebbero nascondere certe situazioni finchè non riescono a risolverle, ma dovendo fissare più di 300 appuntamenti singoli nelle loro sedi, prima di tre anni non risolveranno nulla, e nel frattempo si terranno i soldi”.

fotoCiò su cui si può far leva sono invece le responsabilità oggettive di Mediolanum, dal momento che l’attività di Mazzoni potrebbe non essere stata monitorata con attenzione nel corso degli anni.

“Le banche in realtà – spiega Barbieri – il più delle volte non fanno attività di controllo sui promotori finanziari finchè qualcuno non si va a lamentare, perchè per loro rappresentano un costo. Ma in realtà quelli che dovrebbero controllare sono proprio i broker più bravi, quelli con molti clienti da cui non sorgono mai lamentele. Per come funziona la borsa è impossibile che un promotore investa sempre con successo, e bisognerebbe insospettirsi di fronte a queste situazioni”.

Discorsi che hanno ridato speranza alle tante persone, in sala in una situazione che sembrava senza via di uscita. “Come avvocato – ha chiarito Barbieri – devo precisare che non esistono cause vinte al 100%. Quello che posso dire è che il Codacons è sempre riuscito in situazioni come queste a far risarcire quello che spettava ai risparmiatori. Quasi tutte le persone in questa sala hanno consegnato assegni al suo promotore, e la banca non può trincerarsi dietro a un comportamento anomalo dei singoli”.

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