“Il dio è giorno e notte, inverno e estate, guerra e pace, sazietà e fame, e muta come il fuoco quando si mischia ai profumi odorosi, prendendo di volta in volta il loro aroma. L’uomo ritiene giusta una cosa e ingiusta l’altra, per il dio tutto è bello, buono e giusto.”
Eraclito, fr B 67 e fr.B 102
Il dio di tutto e di tutti. Il dio dell’inizio e della trasformazione, scampata la temuta fine del mondo, credo sia tempo di ritornare alla ragione. La stessa ragione che ci protegge da questo dio così grande e sconosciuto a cui dedichiamo riti collettivi, preghiere di salvezza e a cui supplichiamo l’eternità. Il dio indifferente del miserabile Giobbe, il dio terribile padre di Abramo, il dio onnipotente che raccoglie in sé l’indifferenziato. Il dio di timore e tremore, il dio che raccoglie le insicurezze dell’uomo e le direziona verso nuovi orizzonti di senso, quando anche il più vicino sembra scomparire, il dio che conteniamo dentro la ragione per non impazzire di infinito. Il dio che raccoglie il disordine e lo spalanca nel vuoto, il dio del coraggio di amarlo, il dio della autenticità ad ogni costo. Il dio che ascolta e contiene le nostre quotidiane insicurezze. Il dio che canto insieme alla vita che amo ad ogni costo. Questo il mio dio. Il vostro?