Indiscusso
30 Novembre 2012

Renzi e Bersani nel Paese dell’ovvio

di Marzia Marchi | 4 min

Talk show all’americana copiato e sputato tra due aspiranti premier che però fanno parte dello sesso partito, la variante all’italiana è sempre in agguato! In un’Europa che fino a qualche anno fa tutto il mondo prendeva ad esempio come culla della democrazia e della traduzione in termini  sociali, economici e politici ci siamo ridotti a copiare, male, il peggio di una cultura che la democrazia la recita a soggetto! La nostra storia millenaria, il portato delle cultura europea che si è diffuso, pur a suon di conquiste e strazi, lasciando le lingue europee nel mondo, fece dire a Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001, che l’Europa era la speranza mondiale in quanto in essa grazie alla espansione della spesa pubblica si è consolidata una cultura della solidarietà, del welfare  si direbbe all’americana, che permette la coesione sociale e garantisce dalle guerre sempre in agguato negli altri paesi. Erano soltanto pochi anni fa ma le cose- come lo tesso Stiglitz rileva in questi giorni, sembrano cambiare molto velocemente.

Ne è la prova il siparietto dello scontro Bersani – Renzi di mercoledì sera sulla tv pubblica. Battute ad effetto con un linguaggio da buon zio di paese da parte di Bersani, e dichiarazioni tanto roboanti quanto evanescenti da parte di Renzi. Con un paese che vede chiudere una fabbrica dietro l’altra a causa dell’avidità di manager e proprietà e per l’incuria nell’innovazione e nella salvaguardia ambientale sentiamo parlare di lavoro: “inteso come riforma delle regole, meno burocrazia, e un piano per l’innovazione e per il digitale” da parte di Renzi! In un paese che non è più capace di garantire a se stesso la propria capacità di lavoro, dovremmo votare un leader che dice “Bisogna tornare a far mente locale alle cose basiche dell’industria, noi qualcosa di buono l’abbiamo fatto, è bene ricordarlo ogni tanto”- Bersani dixit! Mentre la penisola cade  letteralmente a pezzi  ad ogni pioggia di stagione, non una sola parola è stata spesa in termini di una politica ambientale come attività prioritaria di chiunque si ponga l’obiettivo di andare al governo! Non è chiara nessuna linea politica, ma quel che è peggio non è chiara l’idea di paese che i due contendenti hanno in capo. E ancor più drammatico è il fatto che si lascia in capo , appunto a due persone, l’idea di definire un progetto di governo. Non le stesse facce  – dice uno, senza indicare che facce saranno  le nuove,  ammesso che il sostenere la linea di Monti abbia qualcosa a che vedere con il nuovo e con il giovane!! “Io voglio che la ruota giri – dice con tono da imbonitore  da fiera quell’altro –  ma l’’esperienza non va buttata”. E l’esperienza da non buttare sarebbe quella di essere riusciti ad ammanicarsi  in tutti i centri decisionali della funzione pubblica e, in molti casi, anche privata spandendo a destra e sinistra malagestione e corruzione? Se oggi si grida al taglio della sanità, dell’istruzione, del trasporto pubblico, è perché siamo davvero più poveri o perché – come dimostra un’inchiesta dietro l’altra – non solo abbiamo scialato risorse collettive, ma è cresciuta una mafia di malagestione e corruzione anche nelle regioni, spesso in mano al centrosinistra, una volta considerate virtuose?

Ma questo è il paese dell’Ovvio, dove si interpreta come straordinario fenomeno di partecipazione la firma di una delega in bianco a un capo, invece che un’assunzione di responsabilità quotidiana da parte di ciascuno nell’ambito del proprio lavoro. Ovvio allora cosa succederà, sia che vinca Bersani o Renzi, la scuola pubblica non vivrà alcuna stagione di rilancio, il servizio sanitario pubblico andrà incontro ad una progressiva americanizzazione come già quello della previdenza attraverso lo sviluppo delle integrazioni private, il trasporto pubblico, liberalizzato alla Bersani, finirà nelle mani dei soliti noti e il diritto di mobilità sarà vincolato alle capacità economiche come quello di istruirsi e di curarsi e di comprarsi un casa. Le spese militari non subiranno che un pallido taglio e non si metterà certo in discussione l’importanza “dei nostri ragazzi” che sparano nelle missioni di pace! Per avere un ‘Italia sviluppata si perseguirà una politica infrastrutturale basata sulla circolazione su gomma e impostata sulle grandi opere, senza uscire dalla logica delle emergenze ambientali che fanno grande la nostra gloriosa Protezione civile. I processi resteranno lunghi per i poveretti e sempre più brevi per i politici. E i migranti entreranno forse in maniera più ordinata ma resteranno per sempre persone di serie B da poter accatastare negli illegali CIE. Ovvio anche che le altre forze politiche più a sinistra si impalino da sole nel balletto dell’alleanza sì o no e che sorgano novelli moralizzatori che finiremo per scoprire poi più corrotti dei loro fustigati!

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com