È riuscito di nuovo a portare la piccola Ferrara alla ribalta delle cronache nazionali. Luigi Marattin, assessore renziano alle finanze comunali, non è nuovo alle gaffe da politically incorrect. Prima della recente caduta via facebook su Vendola, l’uomo che rappresenta il volto nuovo del Pd estense si era già fatto, per così dire, notare. Lo scorso febbraio fu costretto a una pubblica ammenda perché consegnò ai radicali un elenco di immobili della diocesi dichiarati esenti Ici nonostante vi si svolgessero in parte attività commerciali. Venne subito sbugiardato dalle cartelle esattoriali del clero locale. La reazione in quel caso non fu il proforma delle dimissioni a elastico. Se la prese con il lassismo del dipendente che lo indusse in errore: “Lo sport preferito nella Pubblica amministrazione è non fare qualcosa se non si è obbligati, ma non è il mio sport”.
Che il sindacalismo non fosse il suo compagno preferito di banco lo si capì già in altra occasione. Quando dedicò un pensierino dei suoi alla segretaria della Cisl: “cos’è disposta a fare pure di guadagnarsi una manciata di consensi tra i dipendenti comunali”.
L’insofferente assessore non ama nemmeno le plateali proteste. Ne sa qualcosa il comitato acqua pubblica locale che esattamente un anno fa manifestò in consiglio comunale per un odg sul servizio idrico integrato: “ho nei confronti di molti di voi stima e rispetto. Tuttavia, lo spettacolo che avete offerto non fa onore né a voi, né ai ruoli istituzionali che alcuni di voi hanno ricoperto”.
Forse allora, a proposito di ruoli istituzionali da rispettare, nel caso di Vendola Marattin ha chiuso un occhio. Pardon, un orifizio oculare.