Attualità
5 Novembre 2012

Fraintendimenti

di Piero Stefani | 4 min

Se non ci fossero fraintendimenti la quantità della carta scritta e il numero dei file presenti nel mondo sarebbero radicalmente minori. Cercare di chiarire quanto si è detto è un’attività senza fine perché, di norma, ogni spiegazione è a sua volta fraintesa. Conclusione scontata, dopo un po’ si giunge a un «non ne vale proprio la pena». Per questo ogni passo in avanti nel tentativo di spiegarsi costituisce un ostinato gesto di fiducia nella comunicazione.

Il mio precedente intervento (Un’opportunità tramontata per la vita della Diocesi) è stato scambiato da qualche interlocutore come un attacco ai Francescani dell’Immacolata (attuali titolari della parrocchia di Santo Spirito):  li avrei accusati di essere anticonciliari, di essere un fattore turbativo della vita diocesana e, almeno implicitamente, avrei persino gettato un’ombra sulla validità del loro impegno pastorale. Nulla di tutto questo. Ho solo espresso il rammarico che un’adesione (del resto già pubblica prima del mio intervento) a un dibattito a più voci sul Vaticano II fosse stata ritirata vanificando così la possibilità di un confronto. Andrea Vaccari afferma che bisognerebbe sapere la ragione del ritiro, non posso rispondere alla domanda, sono a conoscenza del fatto ma non delle sue motivazioni.

Mi si dice che i frati di Santo Spirito non sono anticonciliari. È un’affermazione che sfonda una porta aperta. L’atto stesso di invitare a un dibattito sulle interpretazioni del Concilio significa che il riferimento al Vaticano II è assunto come sfondo comune; a essere diverse sono le valutazioni. Chiara M. – prima di dichiarare l’inutilità della discussione in materia – ha affermato che il tema dell’ermeneutica conciliare è stato già definitivamente risolto dall’intervento di Benedetto XVI alla curia romana del dicembre 2005 (Chiara M, in effetti parla, erroneamente, di discorso al Corpo Diplomatico, collocazione che sarebbe stata ben impropria per siffatto argomento). Con quelle sue parole il papa avrebbe stabilito una volta per tutte che l’unica ermeneutica giusta è quella della riforma nella continuità. Da allora in poi non c’è bisogni di ulteriori chiarimenti. Qui l’interlocutrice appare più realista del re. Se ogni approfondimento fosse inutile, perché nel 2010 proprio i Francescani dell’Immacolata hanno organizzato un grande convegno (le cui relazioni si possono raggiungere persino su youtube) sul Vaticano II? Vuol dire che argomenti da vagliare ce ne sono ancora.

Papa Ratzinger ha certo indicato nel motu proprio Porta fidei (con cui si indice l’anno della fede) il Catechismo della Chiesa Cattolica come frutto privilegiato del Concilio. Ciò significa che basta studiarlo per conoscere il Vaticano II? No, visto che lo stesso Benedetto XVI, nell’omelia di apertura del Sinodo dei Vescovi l’11 ottobre scorso, ha caldamente raccomandato lo studio dei documenti conciliari. Quando li si legge, il problema ermeneutico risulta ineludibile. Solo un atteggiamento preconcetto può infatti negare che in essi siano presenti  affermazioni, per esempio quelle relative alla libertà di coscienza (dichiarazione  Dignitatis humanae ) e al rapporto con le altre religioni (dichiarazione Nostra aetate), che sono nella lettera e nello spirito diametralmente opposte a precedenti affermazioni magisteriali; non a caso è proprio su temi come questi che la Fraternità di S. Pio X (vale a dire i lefebvriani) addita l’esistenza di un vulnus nella tradizione. Il problema di come essere oggi più conformi al Vangelo è quindi ineludibile; ed è anche a fronte di problemi come questi che all’epoca del Concilio si parlò di teologia dei segni dei tempi.

In definitiva lo spirito del mio intervento è stato ben colto da Alberto quando ha individuato il suo succo nell’auspicio che il confronto sulle ermeneutiche conciliari passi da un argomento dibattuto tra gli studiosi a momento qualificante della vita della diocesi. Al di là di eventuali conclusioni condivise, un frutto significativo sarebbe già costituito dal fatto di attuare un confronto sereno tra posizioni diverse. Del resto è spia di qualcosa di non banale che il presente scambio di idee sul Vaticano II avvenga su un blog di estense.com, mentre sia precluso, per esempio, sulle pagine della Voce di Ferrara, settimanale propenso, sotto la direzione di don Massino Manservigi, a compiere censure preventive persino di lettere che esprimono qualche perplessità su alcuni aspetti della vita diocesana.

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