Turismo e vacanze
3 Luglio 2012
Un interessante viaggio in una terra ricca di tesori artistici e culturali e specialità gastronomiche

Salento poesia della natura

di Tiziano Argazzi | 5 min

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Ostuni

Ostuni, Porto Cesareo, Carovigno, Cisternino ed Oria. Cinque comuni, per buona parte ricompresi nell’Alto Salento. Autentici scrigni ricolmi di tesori inestimabili, collocati là dove gli ultimi contrafforti  delle Murge lasciano il passo alla pianura brindisina. Un territorio di conquista, d’arte e di fede che apre al visitatore il libro della sua storia millenaria impreziosita da castelli, basiliche e cattedrali, da bellezze naturalistiche quali l’Oasi di Torre Guaceto, da frantoi ipogei testimoni di metodi antichi per la produzione dell’oro verde, e da sapori mediterranei in grado di entusiasmare anche i palati più esigenti.

Una zona che si identifica con tre colori,  l’azzurro (del  mare e del cielo), il verde (degli ulivi, delle querce e della macchia mediterranea)  ed il  bianco dei centri storici e della architettura rurale. Quel bianco che domina come colore nelle abitazioni imbiancate a calce dei borghi antichi di molte località salentine. Il verde, intenso, è invece quello della campagna, dove  infinite distese di uliveti con i loro tronchi contorti e la chioma rigogliosa rivelano al visitatore il volto più autentico di questa terra. L’azzurro infine identifica cielo e  mare. Le coste della riviera si snodano per circa 40 chilometri, con lunghe spiagge dorate, luogo ideale di relax e di svago, alternate a insenature rocciose di incomparabile bellezza e da alte scogliere che si tuffano in un mare blu cobalto.   Una terra che ha nella spiaggia di Ostuni, da poco riconfermata Bandiera Blu 2012,  e nella cristallina acqua del mare i suoi elementi di eccellenza.

Anche la gastronomia da “30 e lode”, casereccia e genuina,  contribuisce a fare dell’Alto Salento una terra a forte richiamo turistico. Vino, olio, formaggi, erbe di ogni sorta, dolci, selvaggina e pesce sono un importante biglietto da visita per questa terra. Piatto tipico,  le orecchiette con sugo di pomodoro, foglie di basilico e “cacioricotta” grattugiato. Sono poi tante le masserie che propongono i  prodotti gastronomici tipici a prezzi molto buoni.

Ma questa terra si fa apprezzare anche per i suoi tesori artistici ed architettonici. A cominciare da  Ostuni dove sono assolutamente da vedere la cattedrale del XV secolo, dalla facciata in stile gotico-romanico con un ampio e lavorato rosone centrale; l’interno,  suddiviso in tre navate è di stile barocco. Nel centro, in piazza Libertà, svetta la statua del patrono, Sant’Oronzo, nell’atto di benedire la città e tutte le sue bellezze.

Verso sud si incontra Carovigno il cui bel centro storico è raccolto intorno al trecentesco Castello a pianta triangolare.  La cittadina è anche la patria della “Nzegna”, una bandiera multicolore che viene usata con maestria dagli sbandieratori locali in occasione dei festeggiamenti alla Madonna Santissima del Belvedere, la patrona della città, che si festeggia il Lunedì dell’Angelo, il martedì ed il sabato successivi.

In Valle d’Itria ecco Cisternino. Lambito dalle brezze del vicino Adriatico e circondato dal rigoglio delle campagne fa parte,  a pieno titolo, dei “Borghi più belli d’Italia” . Il centro storico di tipica ed intatta impronta medievale, con le stradine pavimentate in pietra (chianche), punteggiato di case imbiancate a calce, archi e  vicoli stretti , cortili ciechi  e balconi fioriti, scalette esterne e  spazi condivisi è poi qualcosa di superlativo. Al centro del borgo, la maestosa Piazza Vittorio Emanuele II, per tutti “la Piazza”, con la Torre dell’Orologio,  le sue botteghe artigianali e lo storico Bar Fod (www.barfod.it) dove concedersi una sosta golosa.

Una corsa dall’Adriatico allo Ionio per vedere Porto Cesareo, l’antica “Sasinae Portus”, una graziosa cittadina famosa nel mondo per “la via delle pescherie” che si susseguono una accanto all’altra per proporre ogni tipo di pesce, ancora guizzante.

Oria la porta del Salento. Sulla via del ritorno a metà strada fra Adriatico e Ionio ecco Oria, una cittadina antica ed ospitale dove arte, leggende e tradizioni si intrecciano in una storia lunga tremila anni. Una tappa quasi d’obbligo per chi decide di passare alcuni giorni di vacanza da queste parti. Già in lontananza si scorge il maestoso Castello svevo fatto costruire nel XIII secolo dall’imperatore Federico II. Dall’alto, la sua particolare forma che richiama vagamente un triangolo, lo fa sembrare una nave.  Infilandosi nel  dedalo di vicoli del centro storico si arriva alla piazza della Cattedrale, in origine romanica e poi ricostruita barocca. Nella Basilica  sono conservate le reliquie del patrono  San Barsanofio e venerate le statue dei Santi Medici (Cosma e Damiano) e dei loro Fratelli Martiri. Dalla cattedrale si arriva a Piazza Manfredi  per una sosta golosa all’antico bar Caronte, dove assaggiare la scarpetta ma anche  marzapane,  spumone e  pasta reale. Ma Oria è famosa per il grande Torneo dei rioni che nel secondo weekend di agosto,  quest’anno dal 10 al 12 agosto, vede ottocento figuranti,  in rappresentanza dei quattro rioni della cittadina, in gara per vincere l’ambito Palio. La manifestazione risale ai tempi di  Federico II che si trovò così bene ad Oria che la scelse come la sua città prediletta: si dava a lunghe battute di caccia con il falco nella foresta oritana, ma anche a sontuose feste di addio al celibato. Introdusse il “Torneamento dei rioni”, da disputarsi con le lance smussate. Il ricordo del soggiorno di Federico II e della sua corte è rimasto nel dna degli oritani, che ogni anno lo fanno rivivere con questo stupendo evento. Appuntamento dunque dal 10 al 12 agosto a Oria.

Dove dormire: Domus Frumenti, una casetta, magnificamente restaurata nel cuore di Oria. Info: www.domusfrumenti.com.

Dove mangiare: non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ad Oria, The Medieval Inn propone ottime orecchiette al castello con scamorza, rucola e salsiccia di mucca podolica e gli straccetti di manzo con pomodorini e radicchio. Info: www.themedievalinn.it. Ad Ostuni si consiglia il  ristorante Odissea, ricavato in un ex convento magnificamente restaurato. La chef Anna Tasselli fa degustare piatti tipici della tradizione con ortaggi e frutti di stagione. In entrambi,  il costo medio del pasto è sui 25 euro.

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