Enogastronomia
11 Giugno 2012
In Italia esiste per ogni territorio una varietà da scoprire: una mappa della degustazione

Miele: sapore antico, ingrediente moderno

di Tiziano Argazzi | 4 min

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Dalla primavera all’autunno le api passano di fiore in fiore, gironzolano di corolla in corolla, lavorano senza sosta per raccogliere quel toccasana che è il miele. Un elisir  di cui si conoscono le proprietà fin dall’antichità. L’uso del miele in cucina ha origini antiche, conosce il suo massimo splendore nel rinascimento, uno dei periodi più illuminati della storia e della cultura umanistica.
Un’epoca, tra l’altro, dove l’Italia vanta i cuochi più abili, creativi e rinomati d’Europa, che portarono la cucina italiana al massimo grado di raffinatezza e prestigio.

E per i maestri dell’arte culinaria rinascimentale il miele era considerato un ingrediente di prestigio, utilizzato per preparare i sontuosi banchetti delle grandi famiglie aristocratiche.
Non lo consideravano un semplice dolcificante, ma ingrediente di rilievo per farcire ogni pietanza: carne arrosto o bollita; usato per esaltare il pesce, ma anche le zuppe, le minestre e sformati. É l’epoca nella quale il gusto dominante è proprio quello ‘dolce’, nel suo essere elemento della distinzione sociale raggiunta dalle grandi corti rinascimentali, dove l’ostentazione della tavola diventava la “scena del principe” delle grandi famiglie dei Medici e dei Gonzaga.

Oggi si assiste alla riscoperta di questo prezioso alimento. Anche perché l’Italia è l’unico Paese ad offrirne un assortimento eccezionale per qualità e quantità, grazie a oltre 50 diverse tipologie mono e multiflora, la maggior parte delle quali uniche, in ragione della specifica identità territoriale.

Finalmente il miele è tornato ad essere uno dei prìncipi della cucina con cui preparare antipasti, primi e secondi a base di carne e di pesce;  si abbina perfettamente con i formaggi ma è con i dolci che da il meglio di sé. Si possono preparare autentiche ghiottonerie: dalle frittelle al miele d’arancio, ai tarallucci al miele millefiori; dalle pere al vino rosso e miele di tiglio, ai natalizi struffoli al miele d’acacia per arrivare al torrone dove il miele è uno degli ingredienti principali. All’ultimo Vinitaly poi il sapore dolce del miele ha incontrato quello intenso della liquirizia, in una simbiosi che ha incontrato l’assoluto favore del pubblico.

Dalla fermentazione del miele si ottiene l’idromele, quasi sicuramente la bevanda alcolica più antica al mondo.  Fin dal tempo degli egizi, dei greci e dei romani, l’idromele era soprannominato la “bevanda degli dei” e sembra che da lì provenga la tradizione della “luna di miele”. Infatti era consuetudine che i giovani sposi, nel ciclo lunare successivo al matrimonio, bevessero idromele con la convinzione che ciò aiutasse a procreare  figli maschi.

Alla scoperta delle città del miele. Si può andare in giro per il Belpaese alla scoperta delle tantissime varietà di miele e dei numerosi gustosi abbinamenti. Per aiutare il gastronomade è nata ed opera da tempo  “Le Città del Miele”, una associazione che da nord a sud riunisce 45 fra Comuni e Comunità montane, una Provincia ed un Parco regionale, che hanno come denominatore comune la produzione di mieli di eccellenza.

Per ogni territorio esiste un miele da scoprire o riscoprire, un percorso unico ed originale ogni volta, mai uguale a sé stesso, una vera e propria mappa degli alveari che attraversa tutto il Belpaese, ricca di itinerari nella natura in sentieri da percorrere a piedi, in bici, a cavallo. Si avrà così modo di intervallare la degustazione, ad esempio dei  tortiglioni al miele o degli spaghetti alle noci e profumo di miele o dell’agnello al miele, con un “assaggio” di una delle oltre 50 tipologie di miele, dal giallo e allegro miele di girasole (si produce in Toscana, Piemonte e Abruzzo), al delicato e fruttato miele di rododendro (si raccoglie sulle Alpi a 2 mila metri di altitudine), dal dolcissimo e chiaro miele di Sulla (si trova nelle regioni centrali, soprattutto in Toscana) passando per il nespolo, il corbezzolo, l’erica, il girasole, il rododendro, la lupinella, la lavanda, la marruca, il cardo e l’erba medica, il miele di corbezzolo (si produce in Sardegna) e il sempre più prezioso millefiori di alta montagna, legato ai territori delle Alpi. Insomma,  mete perfette per tutte le stagioni.

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