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“Maledetto il popolo che non ha eroi”, lamentava un personaggio di uno dei maggiori drammi di Brecht, Andrea Sarti. “No, maledetto il popolo che ha bisogno di eroi”, lo correggeva Galileo, nella finzione letteraria suo maestro.
A noi non bastano gli allegri scugnizzi reduci da Berlino per tributare i nostri osanna quotidiani e ogni giorno dobbiamo costruirci nuove icone. Ottieni un eroe e lo veneri o, almeno in questo caso, lo venerei.
Perché noi, quando non li troviamo, gli eroi, ci aggrappiamo. Anche allo scroto, se necessario. Poco onore ma molto odore. Visto che la preziosa sacca anatomica di cui sopra appartiene, pardon apparteneva (in tutti i sensi), a un “eroe” di qualche secolo fa, l’eterno – a questo punto eterno davvero – Farinelli.
“Saranno riesumate il prossimo 12 luglio le ossa del cantore del Settecento” si legge in un comunicato dell’università di Bologna. L’illustre soprano, si sa, sopravvisse a lungo al suo scroto ultraterreno e mentre non c’è traccia del secondo (salvo sorprese dell’ultima ora), il primo riposa dal 1810 in una tomba della Certosa monumentale di Bologna.
Fin qui nulla di strano, è capitato anche ad Antonella Elia di essere riesumata (anche se dai reality). Ma ecco che l’alone da basso ventre si svela in tutta la sua ampiezza.
“Sono fedeli i ritratti tramandati di Farinelli – continua la nota -, l’evirato cantore osannato come una vera pop star nel Settecento? A proposito della sua morte poi le cronache dicono semplicemente “morì a Bologna a 77 anni”. Ma c’è qualcosa che merita di essere ancora indagato sulle cause del suo decesso e su eventi che hanno riguardato la sua vita? Tutte curiosità – avete letto bene, “curiosità” – che potrebbero presto essere soddisfatte da un gruppo di antropologi dell’Ateneo”. Il progetto si ammanta dell’insigne collaborazione delle università di Pisa e di York, mica sciocchezze. “La riesumazione – prosegue il testo – consentirà di comprendere su quali basi potranno lavorare gli esperti per verificare l’ipotesi che l’operazione subita in giovanissima età dal cantore abbia influito sulla conformazione dello scheletro, favorendone le eccezionali doti di canto”.
Come cercare il carapace che precipitò sul cranio di Eschilo per avvicinare la sapienza del grande tragediografio insomma. E se non funzionasse? C’è chi è pronto a mettere la mano (forse altro) sul fuoco che si passerebbe alla ricerca dell’“elemento mancante”. E allora tutti alla caccia dei coglioni (scusate la volgarità, ma in fondo il termine è già stato sdoganato da Berlusconi prima dei “fattacci” del 9 e 10 aprile).
Visto che siamo a Bologna, chissà che Umberto Eco non “riesumi” una sua vecchia citazione ad hoc: “L’eroe è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco”. Sbagliato era anche il periodo, che più di altri si presta ad essere preda di facili ironie. Farinelli nasce infatti nel ‘700, il secolo della Borghesia. Consoliamoci allora con “I borghesi” di Jacques Brel (attenzione che lo chansonnier perse un polmone: gli scrotatori sono avvisati): “I borghesi sono dei porconi, più diventan vecchi più sono coglioni” (traduzione di Duilio Del Prete). Basta così, ne abbiamo già pieni gli eroi (quello che ne resta, ovvio) di questa storia.
Chiudiamo di nuovo con Brecht, in fondo per lui ricorrono i 50 anni dalla morte (e naturalmente gli auguriamo sorte diversa): “Si può parlare di tutto in modo interessante, ma non tutto merita interesse”.
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