Attualità
23 Maggio 2017
Questore e sindaco di Ferrara stanno valutando le aree critiche dove applicare misure di allontanamento

“Il Daspo urbano contro le risse in Gad”

di Elisa Fornasini | 3 min

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Il ‘Daspo urbano’ emesso in zona Gad sarà il primo di una lunga serie. Almeno nelle intenzioni del questore Antonio Sbordone che intende “utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per dare nuovo slancio al controllo del territorio”. Tra questi provvedimenti, c’è appunto il Daspo urbano contenuto nel decreto Minniti che permette di vietare la frequentazione di specifiche aree o luoghi.

La legge approvata in aprile prevede due possibilità: il Daspo di allontanamento per 48 ore emesso dal sindaco nei confronti delle persone che limitano la libera accessibilità o la fruizione di infrastrutture (ferrovie, aeroporti, ecc.), aree verdi o luoghi di interesse artistico monumentale. Qualora il provvedimento dovesse essere reiterato, il questore può emanare un altro provvedimento di tempo superiore (da 6 mesi a 2 anni).

Misura a parte per lo spaccio: in questo caso il questore può emettere un provvedimento di allontanamento da uno a 5 anni con misure di restrizione (obbligo di firma, divieto di allontanamento dal Comune ecc.). E’ il caso del nigeriano fermato in Gad che, dopo la direttissima e il decreto di espulsione, è tornato in libertà con il divieto di frequentare ancora quella zona e con l’obbligo di lasciare il Paese entro 7 giorni.

“E’ una legge utile che può dare frutti positivi: non si tratta di un’attività repressiva tout court ma di una misura in più che fornisce maggiori condizioni di sicurezza ai cittadini, facendo la distinzione tra ‘buoni’ e cattivi'” spiega Sbordone. Gli dà sostegno il sindaco Tiziano Tagliani: “E’ un decreto ambizioso sia in termini repressivi che di promozione della sicurezza e della coesione sociale, che ci mette a disposizione un ventaglio di strumenti più ampio di quelli precedenti, anche se non sarà sufficiente per risolvere tutti i problemi”.

Qualche esempio di attuazione? “Le maxi risse, che poi sono mini, al grattacielo, che danno ai cittadini la sensazione che il territorio sia sottratto alla disponibilità comune – torna alla carica il sindaco -. Se ci limitiamo a registrare l’episodio e a perseguirlo come reato di rissa non cambia molto, dobbiamo incominciare ad applicare questi nuovi strumenti per garantire la libertà degli spazi pubblici”.

Nella condizione di “impedire la libera fruibilità dei luoghi pubblici” rientrano anche i soggetti che stazionano tutti i giorni nel sottomura e sulle panchine dei parchi della Gad. “Il Daspo urbano verrà sicuramente applicato in queste due aree – assicurano all’unisono Tagliani e Sbordone -, ma è in atto uno studio per individuare le zone critiche e rilevanti per la pericolosità sociale dove intensificare questi servizi. Non perseguiteremo la povertà, come il questuante che chiede l’elemosina vicino a una chiesa, ma le persone che occupano gli spazi pubblici e danno fastidio”.

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