Economia e Lavoro
27 Settembre 2016
Il pane a Ferrara costa quasi il doppio rispetto ad altre città di riferimento

Carrello della spesa troppo caro? Colpa della Coppia ferrarese

di Daniele Oppo | 4 min

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Coppia-Ferrarese-IGPIl carrello della spesa a Ferrara è troppo caro? Colpa principalmente del pane che in città costa quasi il doppio rispetto ad altri capoluoghi di confronto come Parma, Ancona, Novara a Vicenza.

A rivelarlo sono i dati che l’ufficio Statistica del Comune ha consegnato e spiegato alla commissione consiliare richiesta dal consigliere Leonardo Fiorentini (Si) dopo che il confronto sui carrelli della spesa delle diverse città italiane eseguito dal Sole 24 Ore mostrava Ferrara in seconda posizione per il caro prezzi.

Carrello della spesa: Ferrara è la seconda città più cara d’Italia

Un confronto utile per dare un’indicazione di massima, anche se lo stesso report dell’ufficio comunale ricorda che sia da prendere con le pinze perché usa dati raccolti per finalità che non sono quelle del confronto tra città. “La finalità della rilevazione Istat sui prezzi al consumo – spiegano i tecnici del Comune – è quella di misurare le variazioni temporali dei prezzi (inflazione), per esempio le differenze percentuali da un mese all’altro o da un anno all’altro, e non è costruita per misurare il livello dei prezzi di una città, né tanto meno le differenze da una città all’altra. Infatti per queste ragioni il Ministero stesso (in nota all’Osservatorio dei prezzi che pubblica) sconsiglia l’utilizzo dei dati sui livelli dei prezzi per confronti territoriali e intertemporali”. Le rilevazioni, inoltre, vengono eseguite sui prodotti più venduti nei punti vendita mese per mese e “questo comporta che vengano rilevati prodotti con caratteristiche (marca, varietà, confezione) diverse da una città all’altra e che quindi che i prezzi medi facciano riferimento a prodotti di diversa qualità/marca”.

Prendendo comunque per buona la rilevazione del quotidiano di Confindustria, “si osserva come la spesa media totale di Ferrara – spiega l’ufficio Statistica – sia principalmente determinata dalla spesa per la carne, per il pane e, a seguire, per il prosciutto cotto e il parmigiano. Confrontando la spesa di Ferrara con quella di altre città di simili dimensioni, considerate dal Sole 24ore, notiamo come le maggiori differenze di spesa si verifichino proprio per i prodotti maggiormente acquistati a Ferrara e cioè carne e, soprattutto, pane”.

Già, il pane. Il prezzo medio rilevato a giugno 2016 per un kg di pane è stato di 5,89 euro a Ferrara, 3,12 a Parma, 3,51 ad Ancona, 3,32 a Novara e 2,98 a Vicenza. Uno scostamento molto ampio, di qualche euro anziché di poche decine di centesimi.

Tradotto in consumi, a Ferrara si spende praticamente il doppio per comprare il pane: stimando un consumo medio di 178 kg per famiglia, i ferraresi spendono 1.048 euro all’anno, contro i 555 di Parma, i 624 Ancona, i 590 di Novara e i 530 di Vicenza.

Anche gli altri beni più acquistati (carne, prosciutto cotto e Parmigiano Reggiano) costano in generale un pochino di più rispetto alle città di riferimento, seppure con maggiore variabilità e percentuali decisamente inferiori rispetto al pane, e questo fa sì che effettivamente Ferrara risulti più cara. “Si evidenzia che effettivamente la presenza per Ferrara di alti valori medi dei prezzi rilevati per questi beni (carne, pane, prosciutto cotto e parmigiano reggiano), superiori a quelli di altre città, determina il posizionamento di Ferrara ai vertici della graduatoria del Sole 24ore – spiega l’ufficio Statistica -. In particolare il pane a Vicenza costa la metà. Ad esempio se a Ferrara costasse come a Vicenza ci posizioneremmo al 23esimo posto della classifica del Sole 24ore”.

Ma perché questa enorme differenza? Prova a darne un’interpretazione Fiorentini – che, pur ribadendo la necessità di non dare troppo peso alla classifica de Il Sole 24 Ore per i suoi limiti metodologici – osserva come “l’analisi del nostro ufficio statistica dimostra che anche prendendo per buono paniere e prezzi, vi è in particolare un elemento che fa aumentare notevolmente la spesa locale, e questo è il pane come anch’io avevo supposto vedendo per la prima volta l’inchiesta del quotidiano economico di Confindustria. Visto che peraltro viene acquisito il prezzo del prodotto più venduto in ogni negozio, è evidente che tradizionalmente nella nostra città questo è la coppia ferrarese. Un tipo di pane che ha un prezzo decisamente più alto della media nazionale nella nostra città, ma che ha un prezzo giustificato da un processo artigianale che ha pochi eguali nel nostro paese. Che costa in effetti molto, ma che magari non raggiunge i 178 kg di consumo medio annuo e che certamente non può essere tolto dal paniere del ferrarese”.

Fiorentini tocca infine anche un altro punto: “L’altra questione che poteva influire sui prezzi è una scarsa efficienza del mercato locale: ma – pur aperto ad un confronto sul merito – è un tema che visto quanto detto prima mi convince sempre meno. Sicuramente molto poco per quanto riguarda la costruzione di ‘cartelli’ locali (vista l’ampia presenza di marchi della grande distribuzione in città). Forse un poco di più su quanto la fidelizzazione dei clienti possa influire sull’efficienza del mercato”.

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