Gaza. Operatori sanitari nel mirino di Israele, Ferrara scende in piazza
Sul sagrato della Cattedrale, oltre duecento persone si sono riunite martedì 26 agosto per l'ultimo presidio di agosto per Gaza, promosso dalla Rete per la Pace
Sul sagrato della Cattedrale, oltre duecento persone si sono riunite martedì 26 agosto per l'ultimo presidio di agosto per Gaza, promosso dalla Rete per la Pace
Dopo le recenti dichiarazioni del presidente di Confagricoltura Ferrara, Paolo Cavalcoli, che ha chiesto pubblicamente la sterilizzazione dei lupi per contenerne la diffusione, non si è fatta attendere la risposta di Riccardo Gennari, guida naturalistica da oltre quarant'anni, divulgatore ambientale e portavoce di Wolf Group Italia, l'associazione che da anni monitora sul campo la presenza del lupo nel Ferrarese
C'era un silenzio carico di rispetto, la mattina del 26 agosto alla Certosa di Ferrara. Non solo per il dolore della perdita, ma anche per ciò che rappresentava Glauco Melandri per chi lo ha conosciuto davvero: un uomo concreto, diretto, dalla parte dei lavoratori. Uno che non ha mai cercato riconoscimenti, ma li ha meritati tutti
“Sanitari per Gaza” lancia l’appello ad una Giornata nazionale di digiuno per esprimere solidarietà verso la popolazione di Gaza, duramente colpita dalla guerra e dalla crisi umanitaria in corso. L’adesione all’iniziativa è volontaria e individuale
Manca ormai poco all’apertura di Acido Acida, il festival ferrarese che dal 28 al 31 agosto porterà nella città estense gli appassionati di birre d’Oltremanica da tutta Italia animando il chiostro di Santa Maria della Consolazione
Una vera doccia fredda per le famiglie dei due ragazzini, che fino all’anno scorso hanno regolarmente seguito le lezioni e che ora si domandano come mai la scuola ricominci per tutti i compagni di classe ma non per loro. Lo racconta Stefania, madre del 13enne che in questi giorni avrebbe dovuto iniziare la seconda media: “È perfettamente consapevole di quello che sta succedendo: guarda sua sorella, che frequenta la stessa scuola, mentre prepara lo zaino e sa di essere stato escluso dalle lezioni”.
Ma ciò che solleva più indignazione nelle famiglie sono le modalità con cui è stato gestito questo problema: “Parlare con il dirigente scolastico? Ci ho provato, ma è sempre irreperibile e per tutte le comunicazioni che mi ha fatto pervenire sono stata contattata dal personale della scuola. L’unica volta in cui sono riuscita a parlare con lui è stata all’inizio, qualche settimana fa: mi ha detto che c’erano problemi col personale e io mi sono resa disponibile a venirci incontro sugli orari, ad esempio facendo fare a mio figlio solo due o tre ore alla mattina invece di cinque. Poi oggi mi chiamano per dire che non è una soluzione possibile e che devo tenere mio figlio a casa. Chiedo che mi venga fatta copia scritta di questa dichiarazione ma mi dicono che anche questo non è possibile. Sa cosa mi fa veramente arrabbiare? Che questo trattamento è stato riservato proprio alle due famiglie più pazienti, quelle che si erano rese disponibili a venire incontro ai bisogni della scuola”.
Stefania e la sua famiglia non hanno intenzione di arrendersi e, prima di valutare ricorsi o strade legali, proveranno un ultimo confronto con la dirigenza della scuola: “Domattina sarò lì alle 8:30, voglio parlare con il preside e sentire cosa mi dice e il motivo per cui mio figlio non può frequentare la scuola dell’obbligo. E voglio che venga messo per iscritto”. Difficile, fino a quando l’istituto non chiarirà ufficialmente la propria versione, capire le cause dell’accaduto: se da un lato l’assegnazione degli insegnanti (nonché la spinosa questione delle assunzioni) non compete ai singoli istituti, dall’altro occorre capire anche i motivi dei ritardi nelle comunicazioni alle famiglie, che avrebbero potuto fare altre scelte prima di ritrovarsi in questo ‘limbo’ a scuola ormai iniziata. Ritrovandosi così di fronte a un triste paradosso: scuola dell’obbligo, ma obbligati a restare fuori.
“Cosa facciamo noi genitori – è lo sfogo sui social network di Stefania – di questi bambini speciali di cui tutti si riempiono la bocca di buone parole solo quando va tutto bene, ma che vengono discriminati e considerati un problema alla prima occasione?”.
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