Attualità
1 Agosto 2016
Samid: "Visita andata molto bene, inizio di un proficuo e costruttivo dialogo fraterno". Si pensa a un ciclo di incontri

Musulmani e cristiani a messa insieme contro il terrore

di Elisa Fornasini | 2 min

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(foto di archivio)

(foto di archivio)

“Ecco, faccio una cosa nuova: nel deserto una strada aprirò”. La strada profetizzata da Isaia nella Bibbia ha scelto una via di fratellanza di fronte al bivio del terrorismo. Un gesto di pace e solidarietà scambiato ieri mattina in molte chiese di tutta Italia e Francia dopo gli attentati a Rouen e Nizza.

I musulmani sono andati alla messa domenicale insieme ai cattolici per una preghiera comune, aderendo all’appello lanciato dal Centro per il culto musulmano francese e accolto da tanti imam italiani. Una preghiera partita anche da Ferrara, dove cinque rappresentanti della comunità islamica ferrarese hanno partecipato alla messa nella chiesa di Mizzana.

“La visita è andata molto bene, anche meglio di quanto potessimo sperare – racconta Hassan Samid, presidente dell’associazione Giovani Musulmani di Ferrara –: nonostante fosse un incontro improvvisato e nuovo, che poteva anche spiazzare, penso che ai credenti abbia fatto piacere”.

Terminata la messa, celebrata da don Paolo, il parroco ha lasciato loro la parola per spiegare il significato di questo gesto di vicinanza. “Ci siamo ispirati alla predica del sacerdote, dedicata all’altruismo, al fatto di tendere la mano al prossimo e costruire una società sana con i giovani, come detto da Papa Francesco, per ribadire che l’Islam non è una religione di violenza. Siamo qui per condannare questi atti di violenza estremista e per tendere la mano” specifica Samid.

La chiesa di via Modena è stata scelta per una questione ‘territoriale’ perché più vicina al Centro di Cultura Islamica di via Traversagno, gestito da Murshed Osama che già aveva preso le distanze dai “fautori di questi atti vili ed ignobili che non possono in nessun modo dichiararsi appartenenti all’Islam”.

In realtà, la comunità islamica aveva pensato di andare al duomo “ma l’abbiamo evitato per via del vescovo” rivela Samid. La scelta è quindi ricaduta sulla parrocchia di Mizzana, il cui parroco ha donato loro un quadro del buon samaritano “come gesto di riconoscenza per questa visita – spiega don Paolo – e come dimostrazione che tutte le religioni credono in un Dio di pace e non di guerra”.

“Speriamo che non sia un evento singolo ma l’inizio di un proficuo e costruttivo dialogo fraterno che duri nel tempo – conclude Samid – ; infatti ci siamo già dati appuntamento per organizzare un ciclo di incontri con la comunità parrocchiale. È tempo di meno gesti simbolici e più contenuti”.

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