Non sarà una cattedrale del deserto ma un complesso parrocchiale in grado di attrarre i giovani. È questa l’ambizione della nuova chiesa dell’Arginone che verrà costruita a fianco della parrocchia di San Giacomo, davanti alla rotonda. I lavori dovrebbero partire a gennaio 2017 per concludersi entro il 2019.
Il progetto pilota, dal costo complessivo di 3,3 milioni a cui si aggiungono 400mila euro per le opere d’arte all’interno della chiesa, è finanziato al 75% dalla Conferenza Episcopale Italiana tramite l’Otto per Mille. Il restante 25% è suddiviso tra Arcidiocesi e parrocchia che hanno vinto il bando di edilizia di culto del Cei e si sono appoggiate alla Nuova Carife per i pagamenti anticipati.
“È il primo prototipo di un edificio di culto progettato da un architetto (Benedetta Tagliabue del Miralles Tagliabue Embt, ndr) che lavora in ambito internazionale – annuncia don Stefano Zanella, direttore dell’ufficio tecnico e beni culturali della Diocesi – mentre l’artista che sta approntando le opere d’arte è Enzo Cucchi. Già queste due figure bastano a portare l’attenzione del mondo accademico ed ecclesiastico a questo progetto”.
Lo scopo, secondo don Zanella, non è solo quello di costruire una nuova chiesa (dotata di canonica, oratorio e saloni multifunzionali per un totale di 800 mq coperti da una struttura lignea a forma di onda) ma di dare sviluppo a un’area geografica che ha bisogno di nuovi spazi di socializzazione. Un luogo che darà il via all’unità pastorale tra le parrocchie di Mizzana, San Giuseppe ed Arginone, “ma che potrà essere fruito anche dai contradaioli di San Giacomo – anticipa don Matteo Visentini, amministratore parrocchiale e assistente della contrada gialloblu –per rivitalizzare un quartiere caratterizzato da un’età molto alta e che quindi ha bisogno dei giovani”.
La collaborazione con il Palio è “un aspetto nuovo che non avevamo mai considerato, anche se tutte le contrade sono nate in parrocchia” ammette don Antonio Grandini, vicario generale della Diocesi e parroco di San Giuseppe, che vede di buon occhio anche la “nuova sinergia con le tre diverse e vivaci realtà parrocchiali di periferia”.
“La mia preoccupazione è che sia una chiesa che serva il popolo” interviene l’arcivescovo Luigi Negri, preoccupato anche dai titoli dei giornali che potrebbero definire la struttura un “ecomostro”. “Non serve la fama dell’architetto o il rispetto dell’evoluzione, ma che l’ultima vecchietta di Ferrara che arriva si deve sentire a casa sua” commenta il monsignore che definisce questo progetto come una “bella sfida economica, pastorale ed architettonica”.
Una sfida in cui torna in gioco anche Carife che concederà subito un fido da 450mila euro per pagare le parcelle e dare il via all’accantieramento. “Avevamo bisogno di un supporto bancario – spiega Negri – e abbiamo scelto la Nuova Carife per riaprire una connessione sostanziale con la banca della città, una testimonianza inter-ecclesiale che dice al nostro popolo e all’opinione pubblica che potete fidarvi di questa banca”. E del suo amministratore delegato Giovanni Capitanio che si dice “onorato di continuare a seguire i bisogni dei nostri clienti” con la speranza “che non sia l’ultimo supporto che la banca possa dare al territorio” ma una “tappa per arrivare a una qualità economica e morale diversa”.
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