Attualità
13 Maggio 2016
Inaugurato il primo complesso di edilizia residenziale sociale. Arrivate 207 domande per 43 alloggi

Acer in via Bianchi: il social housing approda a Ferrara

di Elisa Fornasini | 4 min

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Porte aperte al primo complesso di edilizia residenziale sociale a Ferrara, inaugurato questa mattina in via Gustavo Bianchi, in un terreno comunale su cui sorgono 43 nuovi alloggi Acer, tutti tecnologici, antisismici e a risparmio energetico.

Per costruire la struttura sono stati spesi 4,8 milioni di euro, cofinanziati dalla Regione per 3,36 milioni e i restanti 1,44 milioni da Acer, cui è subentrato il Comune, proprietario del terreno su cui prima erano presenti fabbricati fatiscenti.

Dopo la demolizione delle abitazioni dismesse e la bonifica dell’area si è proceduto ai lavori, durati 18 mesi, per edificare il complesso urbanistico composto da due fabbricati paralleli che si sviluppano a ferro di cavallo su quattro piani per ospitare 18 appartamenti di circa 70 mq e gli altri 25 di circa 50 mq, tutti di rendimento energetico classe A.

“La prima esperienza pubblica di social housing estense – spiega Daniele Palombo, presidente di Acer Ferrara – vuole dare il via al progetto di nuova esperienza abitativa che possa rispondere al fabbisogno abitativo crescente della cosiddetta fascia grigia della popolazione”, ovvero le persone con un reddito troppo basso per accedere al mercato libero delle locazioni ma troppo alto per l’edilizia residenziale pubblica.

Un disagio abitativo che, con la modifica dei requisiti per accedere alle graduatorie Erp, è destinato a crescere. Secondo un’indagine di Nomisma, la domanda potenziale di alloggi Ers in provincia si aggirerebbe su 4800 famiglie per la domanda forte, a cui si aggiungerebbero le 12800 famiglie per la domanda debole e 11900 per quella instabile. Facile intuire la necessità di alimentare la costruzione di edilizia residenziale sociale, “magari recuperando alloggi Erp e attivando il fondo dormiente regionale per l’housing sociale”.

A fronte dei 43 appartamenti disponibili in via Bianchi, sono arrivate 207 domande (5 volte l’offerta). Richieste pervenute da 118 nuclei con due o più componenti e 89 con un solo componente, sia cittadini italiani (153) che stranieri (54). Delle domande fino ad ora esaminate 46 sono di giovani coppie, 9 di studenti e 53 di famiglie con minori.

I ‘fortunati’ che si aggiudicheranno gli alloggi, situati in un quartiere strategico vicino al parco Urbano e all’accesso al centro, pagheranno un canone sostenibile che oscilla da 212 a 352 euro, comprensivi di cantina e posti auto o garage. A parte le spese delle utenze che saranno comunque contenute.

Un processo di rigenerazione urbana (per cui Acer ha investito quasi 100 milioni di euro in 10 anni) ma anche sociale. “Oltre all’obiettivo di rispondere a una domanda latente di alloggi di buona qualità a basso canone di affitto e con bassi costi di gestione – specifica Diego Carrara, direttore Acer Ferrara -, il nostro modello Ers vorrebbe rispondere a un abitare socialmente sostenibile per costruire una comunità che sia integrata nella vita condominiale”.

Un’integrazione auspicata anche dall’assessore Chiara Sapigni che comunque ridimensiona il fenomeno della presenza delle famiglie straniere nell’Erp (“intorno al 10%”) e che quindi, nonostante la consapevolezza di “presenze a volte conflittuali”, rigetta le accuse di “invasione”. Il sindaco Tiziano Tagliani pone invece l’accento sul “bisogno di riqualificare le periferie urbane a consumo zero di suolo” con la speranza di “esportare questa politica abitativa sostenibile anche in altri contesti abitativi”.

L’intervento di chiusura del convegno, tenutosi prima del taglio del nastro nella sede del Tennis Club Ferrara, spetta al presidente della Regione Stefano Bonaccini che vede la riqualificazione come una “riposta sociale, economica e lavorativa” in grado di generare anche posti di lavoro per contrastare la disoccupazione, “puntando ad arrivare al 4% nel 2020”.

In ballo non solo il lavoro ma la stessa riforma dei criteri di accesso Erp. “Non accetto l’equazione che una volta che si entra negli alloggi popolari ci si rimanga per sempre, rivedremo i criteri per chi è uscito da una situazione di difficoltà perché ci sono tante persone che hanno bisogno, in difesa dell’equità sociale”.

In attesa della riforma di accesso e di uscita dall’Erp e di un possibile bando tra il 2017-2018 per l’housing sociale, Bonaccini esprime soddisfazione per il “successo del bando giovani coppie, l’investimento sul fondo affitti e l’introduzione entro luglio del reddito di solidarietà, un fondo annuale tra i 30-35 milioni di euro che possa dare un minimo di sollievo alle persone in difficoltà. Non siamo qui per fare politiche di carità ma di dignità”.

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