“Abbiamo completato le verifiche interne e, pur non potendo entrare nello specifico, posso dire che smentiamo totalmente quanto denunciato”. La presidente dell’Asp, Angela Alvisi, replica così in merito alla vicenda riportata in un’interpellanza di Fracencesco Rendine, di una donna ucraina che si sarebbe sentita dire “meriti di crepare di fame” e altre inquietanti frasi da una dipendente dell’Asp.
Secondo quanto riferisce la Alvisi a Estense.com però, l’Azienda servizi alla persona non è nemmeno coinvolta direttamente nella specifica vicenda: “Non si tratta di una nostra assistente sociale ma del personale di una cooperativa che si occupa di inserimenti lavorativi e collabora con noi, alcuni colloqui non sono avvenuti a due ma davanti anche ad altre persone, siamo tranquilli”.
Nell’interpellanza si parla di una denuncia ai carabinieri e all’ispettorato del lavoro per un infortunio – per il quale avrebbe ricevuto pressioni per trasformalo in malattia – subito sul posto di lavoro durante il periodo di tirocinio ma, afferma Alivisi, “non corrisponde alla realtà o, almeno non ci risultano non essendo arrivata alcuna comunicazione”.
Dai riscontri effettuati da Estense.com le denunce, una ai carabinieri (datata 21 luglio) e l’altra all’ispettorato del lavoro (del 29 luglio), esistono e sono entrambe rivolte nei confronti dell’azienda in cui la donna ha svolto l’attività di tirocinio procuratole dall’Asp.
La presidente dell’Asp non ha intenzione di calcare la mano: “Parliamo di situazioni difficili e di persone con tante fragilità, molto complesse, anche se i problemi non possono essere scaricati così. Ma non voglio puntare il dito su chi è in difficoltà, semmai lo faccio sul tentativo di strumentalizzare questa vicenda: stiamo studiando se sia possibile tutelare legalmente la nostra immagine”.