Politica
19 Settembre 2015
Su Facebook i membri del partito democratico si scatenano

Contestazioni alla Giannini, dal Pd “merde” e “fascisti”

di Daniele Oppo | 3 min

WP_20150917_22_10_02_ProIl Partito Democratico non ha gradito affatto la caldissima contestazione che ieri ha portato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a rinunciare al dibattito in programma in piazzetta San Nicolò per la festa nazionale della scuola organizzata dal Pd.

Contestazioni dure che, però, non sono andate al di là di fischi, urla e slogan, anche se va rilevato che un attivista del Pd, a serata conclusa, quando la gente stava andando via, ha ricevuto un pugno su una spalla da un uomo che vestiva la maglietta “Partigiani della scuola pubblica. Ma non è l’episodio violento a scatenare i commenti dei membri del Partito Democratico, bensì proprio la sonora contestazione verbale che ha portato il ministro a scegliere di non parlare.

I più duri, su Facebook, sono il segretario provinciale Luigi Vitellio, l’assessora comunale Caterina Ferri e il consigliere Davide Bertolasi che identificano i contestatori come “fascisti”, e giudizi molto più pesanti arrivano anche da Giulia Bertelli della segreteria del partito.

“Grazie a un gruppo di fascisti urlatori che si spacciano per sinistra – scriveva Ferri a caldo – la ministra Giannini ha dovuto rinunciare al dibattito. Questo è il livello”. Dello stesso tenore anche Vitellio:  “Sono amareggiato, vecchi metodi, fascisti, hanno impedito al Ministro di parlare questa sera alla festa del circolo centro. Ma non fate paura, ci convincete ogni giorno di più che siamo l’unica speranza per questo Paese”. Bertolasi è ancora più lapidario: “Fascisti. Chi non fa parlare la gente si merita solo l’appellativo di fascista”.

Chi ci va molto, ma molto pesante è Giulia Bertelli, componente della segreteria del Pd e responsabile per il Welfare: “Oggi ho realizzato cos’è la merda. La merda è tutto ciò che impedisce la discussione, il confronto. Merda è chi urla in faccia alle persone e non ascolta la risposta. Merda è chi contesta senza nemmeno accettare un contraddittorio. Merda è chi vuol essere ascoltato ma non accetta altra voce oltre alla sua”.

Più pacato il segretario regionale Paolo Calvano: “Gli ho proposto di venire sul palco – scriveva appena ricevuto il forfait della Giannini -, gli ho proposto di fare una delegazione per incontrare il ministro, ma l’unica cosa che volevano fare era urlare impedendoci di parlare. La mia solidarietà al ministro Giannini e alla deputata Puglisi e a tutta la Ferrara civile che avrebbe voluto ascoltare e confrontarsi in modo civile”. Al mattino successivo un altro commento: “La cosa più brutta, tra le tante, avvenuta ieri sera? Sovrastare di urla e fischi, impedendo loro di parlare, due ragazze precarie, proprio quelle che i manifestanti proclamavano di essere li a difendere. Avanti senza paura, pronti a dialogare e confrontarsi anche con tutti quelli che non sono d’accordo, ma nell’esserlo mantengono un atteggiamento civile ed educato”.

Per la consigliera comunale Ilaria Baraldi (il cui post è stato condiviso anche dal vicesindaco Massimo Maisto), che propone di non usare le categorie partigiani/fascisti, “contestare a oltranza la ministra Giannini impedendole di pronunciare una sillaba non è diverso da mettere all’indice libri per bambini nelle scuole pubbliche”, e qualifica le contestazioni come una “pessima prova di una democrazia a rovescio”.

Sull’episodio interviene anche il segretario del Pd Centro Cittadino, Davide Nanni con una lettera pubblica (qui la versione integrale): “Una sconfitta per tutti – la definisce Nanni -: per chi ha urlato impedendo all’On. Giannini di proferire parola, dimostrando scarso rispetto per le idee altrui oltre che per il pubblico presente, come per i tanti ferraresi che dalla viva voce del Ministro avrebbero voluto sapere qualcosa di più su di un provvedimento di riforma, la legge 107/2015, che sta cambiando e cambierà il volto della scuola italiana.”

Tra tutti si distingue l’assessore Aldo Modonesi che la butta sull’ironia: “Speriamo che almeno consumino…”

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