Cronaca
17 Settembre 2015
Condannati Lunadei e il complice Palma, che ha patteggiato una pena con affidamento ai servizi sociali

Mazzette da imprenditori 5 anni a funzionario Agenzia delle Entrate

di Ruggero Veronese | 3 min

guardia finanza 2Condannati a cinque anni e a due anni e dieci mesi per aver chiesto e ricevuto mazzette da cinque imprenditori della provincia estense, in cambio di un ‘aiutino’ per evitare di essere sottoposti agli studi di settore. Si chiude così il processo di primo grado per il funzionario dell’Agenzia delle Entrate Leopoldo Lunadei e per il suo amico e complice Maurizio Palma, che tra l’estate 2014 e il gennaio 2015 hanno incassato circa 25mila euro grazie alla loro attività illecita.

Condanne che del resto erano assai prevedibili: Palma, attraverso i propri legali Alberto Bova e Andrea Marzola, aveva da tempo chiesto il patteggiamento a due anni e 10 mesi, e dopo le prime settimane dal suo arresto da parte della guardia di finanza (il 10 dicembre scorso), su richiesta dei propri avvocati, era stato trasferito agli arresti domiciliari. Diverso l’iter seguito dal principale indagato, Lunadei, assistito dall’avvocato Dario Bolognesi, che ha optato per il rito abbreviato e soltanto dopo l’udienza di ieri mattina (16 settembre) è venuto a conoscenza della condanna e della sua entità. Una sentenza che, anticipa l’avvocato Bolognesi, verrà con ogni probabilità impugnata in appello. I due indagati sono da tempo agli arresti domiciliari, ma dopo la sentenza di primo grado le loro pene si diversificheranno: affidamento ai servizi sociali per Palma (per due anni e due mesi, visto che il resto della condanna è già stato scontato), mentre Lunadei resterà agli arresti domiciliari in attesa di una condanna definitiva (dopo il processo in appello e l’eventuale Cassazione). Se al termine dei tre gradi di giudizio la pena da scontare sarà ancora superiore ai due anni, per lui si riapriranno le porte del carcere.

Secondo quanto emerso dalle indagini, i due amici incassarono circa 25mila euro paventando agli imprenditori futuri problemi con i controlli degli studi di settore. Il primo episodio in ordine di tempo – nonché l’ultimo a emergere nell’indagine – risale a giugno 2014, quando nel mirino di Lunadei finì l’agriturismo La Sapienza, nell’argentano. In questo caso fu Palma a mettere in contatto il titolare con Lunadei, che si fece pagare 2.500 euro per evitare che i controlli potessero portare a eventuali sanzioni. Pochi mesi dopo, in settembre, sono i titolari della pasticceria Kristal a versare 2.500 euro alla coppia di indagati, dopo che questi mostrarono la documentazione relativa al controllo fiscale in corso. Il terzo caso riguarda invece la pizzeria Pippo, i cui gestori tuttavia non cedono al ricatto del duo Lunadei-Palma, anche se denunceranno il fatto solo quando la notizia del loro arresto diventò di dominio pubblico.

A novembre le ‘tariffe’ di Lunadei hanno un’improvvisa impennata: Palma si presenta nella gelateria K2 e mostra la documentazione della verifica fiscale in atto, chiedendo una tangente per insabbiare le eventuali irregolarità. I due complici in questo caso incassano 10mila euro: la stessa cifra richiesta a gennaio ai proprietari della pasticceria Leon D’Oro, che sono anche i primi tra gli imprenditori ricattati a denunciare i fatti allla guardia di finanza e a portare all’arresto dei due complici. Dopo i primi incontri ‘preliminari’, Palma di presenta infatti davanti al Duomo, dove si trova l’attività, per incassare i 10mila euro richiesti, senza immaginare di essere ormai finito nella rete delle fiamme gialle. Una volta incassata la mazzetta, l’uomo viene circondato e arrestato in flagrante dagli agenti. Nel frattempo altri uomini della Guardia di Finanza si presentano nell’abitazione di Lunadei e lo arrestano in contemporanea all’amico mediatore. I due finiscono in carcere, in attesa del giudizio del giudice: ieri mattina, le sentenze di primo grado.

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