Economia e Lavoro
28 Agosto 2015
Il mensile Cento per Cento solleva il caso: i crediti di dubbia esigibilità superano il patrimonio della banca

Caricento, 272 milioni di crediti in sofferenza

di Ruggero Veronese | 3 min
Il direttore Caricento, Ivan Damiano

Il direttore Caricento, Ivan Damiano

Cento. Nei bilanci della Cassa di Risparmio di Cento sono presenti 272,2 milioni di euro in crediti di dubbia esigibilità, a fronte di un patrimonio sociale di 199 milioni di euro. A lanciare l’allarme – accompagnato da una serie di domande ai vertici della banca – è il mensile Cento per Cento, curato da Mirco Gallerani del quotidiano online Areacentese (dove è possibile scaricare gratuitamente l’edizione in pdf), al cui interno è presente una dettagliata analisi sui crediti in sofferenza accumulati dall’istituto centese nell’arco degli ultimi dieci anni e mezzo. Crediti che, come risulterà dallo studio, sono stati concessi per il 50% nella provincia di Bologna e che vedono anche una certa concentrazione nel 4,6% dei clienti in sofferenza, come dimostra uno dei dati più significativi: nonostante numericamente i crediti inferiori a 500mila euro rappresentino il 95,4% delle posizioni in sofferenza, a livello di importi il loro ‘peso’ si riduce al solo 43,6%.

I dieci anni e mezzo (dal 2003 a metà 2013) presi in esame da Areacentese rappresentano un momento ben preciso per Caricento, ovvero il periodo della gestione del bolognese Ivan Damiano, assunto come direttore generale nel 2003 dall’ex presidente Pivetti. E non a caso il quotidiano centese si interroga sulla eventuale correlazione tra il territorio di provenienza del dg e l’elevato numero di crediti in sofferenza concessi nel bolognese. “Se la crisi morde pesantemente ovunque – si legge nelle considerazioni finali -, perché le sofferenze in provincia di Bologna, che il direttore Damiano dovrebbe conoscere meglio di ogni altra, essendo proveniente dalla Carisbo, sono preponderanti rispetto alle altre province (Ferrara e Modena) in cui opera la nostra Cassa?”.

Vediamo nel dettaglio i dati più significativi che emergono dallo studio. Innanzitutto è da sottolineare l’impennata dei crediti in sofferenza negli ultimi cinque anni e mezzo rispetto al quinquennio iniziale 2003-07: mentre nel primo periodo ne vengono iscritti a bilancio 96,7 milioni di euro, dal 2008 all’estate 2013 a questa cifra si aggiungono altri 176 milioni, per un aumento del 181%. Dal 2009 in poi, inoltre, “si riscontra una provenienza crescente delle sofferenze dalle classi peggiori (CCC e CC) e dalle categorie di inadempimento persistente e incaglio”. I crediti difficilmente esigibili sono stati erogati per il 41,7% a famiglie e privati (per un’incidenza sugli importi del 12,9%), mentre le posizioni rimanenti sono rappresentate da aziende. Altro dato da sottolineare riguarda il ‘curriculum’ dei clienti: solo il 38,6% dei crediti in sofferenza è relativo a clienti storici (legati alla banca da più di sette anni), mentre il 61,4% è stato erogato a clienti acquisiti di recente.

Ma il dato più significativo che viene messo in risalto dall’inchiesta riguarda la concentrazione dei crediti: “Il 4% dei clienti in sofferenza ha determinato il 56% dei crediti a rischio”, scrive Areacentese. Le posizioni esposte per oltre un milione sono 49, nessuna delle quali, dal 2009 al 2011, aveva sforato quota 2,5 milioni. “Nel 2012 tale trend positivo si è interrotto con 5 nuovi ingressi per complessivi 21,58 milioni di euro”, una tendenza che è poi continuata con altre cinque posizioni per altri 14,98 milioni. Una cifra che da sola rappresenta il 42,5% dei crediti in sofferenza superiori al milione.

Al termine dell’inchiesta, il quotidiano centese chiede chiarimenti a Caricento circa la situazione appena documentata, in particolare per quanto riguarda la stabilità finanziaria della banca: “Dato che i crediti dubbi totali al 31.12.2014 (comprendenti anche gli incagli) sono ben 256,8 milioni, quanti di questi andranno persi? E quanto incideranno sul patrimonio della banca che sempre al 31.12.2014 risulta di 199,1 milioni di euro?”.

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