Cronaca
18 Agosto 2015
Il decesso avvenuto a inizio agosto. La direzione sanitaria: "Stiamo verificando"

Sospetto caso di morte per Legionella a Cona

di Daniele Oppo | 3 min

ospedale-cona1Nei primi giorni di agosto si è verificato un decesso all’ospedale Sant’Anna di Cona e c’è il sospetto  che la causa sia stata un’infezione da Legionella contratta all’interno della struttura. Per questo sono state avviate le verifiche e i controlli del caso da parte della direzione sanitaria.

“È stata fatta la segnalazione di legionellosi – conferma a Estense.com il direttore sanitario del Sant’Anna Eugenio Di Ruscio -, e il caso è stato denunciato al dipartimento di Igiene pubblica con tutti gli alert attivati in Regione e probabilmente anche in procura. Il problema adesso – spiega Di Ruscio – è vedere quale sia stata la rilevanza nella morte del paziente. Il paziente (sul quale non vengono fornite indicazioni, ndr) è stato ricoverato in vari reparti, si è positivizzato per la Legionella e poi è deceduto ma il problema è verificare se sia stata la legionellosi o no“.

Il caso ha preso il via, ricostruisce il direttore sanitario “da alcuni dubbi emersi dalle analisi radiologiche effettuate sul paziente e in presenza di tali dubbi si fanno delle ricerche per vedere se ci sono infezioni particolari. A quel punto – prosegue Di Ruscio – il protocollo prescrive di effettuare un antigene urinario che indica anche la presenza di colonizzazione da Legionella e l’analisi è stata positiva, ma non è detto che sia stata la Legionella a causare il decesso del paziente“.

Stiamo rivedendo tutte le modalità di gestione dell’impiantistica e stiamo rivedendo anche l’assistenza prestata al paziente – spiega il direttore sanitario -. Stiamo anche facendo l’analisi dei batteri per capire se il paziente si sia effettivamente infettato nell’ospedale oppure prima o se la positivizzazione dell’antigene sia venuta prontamente o tardivamente. Verranno fatte anche analisi sulla genetica dei batteri per capire se quelli identificati nel paziente sono simili a quelli presenti nell’ospedale o siano di un altro tipo”. In pratica, si cerca di capire non solo se il paziente sia deceduto per un’infezione da Legionella ma anche se tale infezione sia avvenuta o meno nell’ospedale, anche se, ammette Di Ruscio, “la successione temporale non fa pensare che sia avvenuta fuori”.

Sono stati comunque già attivati tutti i protocolli necessari per verificare una eventuale eccessiva contaminazione degli impianti ospedalieri: “La Legionella è un batterio presente dappertutto, difficile da debellare completamente – spiega il direttore sanitario -, ma più elevata è la concentrazione delle colonie, più probabile è la contaminazione dei pazienti. Si tratta di verificare se tutto è stato gestito adeguatamente“.

Se venisse verificata la presenza di legionella al di là dei limiti normativi si attiverà un’ulteriore fase di controllo: “Le linee guida regionali prescrivono alcuni provvedimenti che portano alla diminuzione della concentrazione delle unità formanti colonie – spiega il direttore sanitario -: iper-cloarazione, shock termico (si porta l’acqua a temperature elevate) oltre ai controlli periodici per la rimozione dei biofilm nei serbatoi e, infine, ci sono dei filtri che vengono messi ai rubinetti, il flussaggio (si fa uscire l’acqua dai rubinetti prima di utilizzarla) e determinati comportamenti da tenere. L’acqua pericolosa – spiega ancora – è quella che forma del vapore, tendenzialmente quella delle docce”.

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