Cronaca
28 Maggio 2015
Sono accusati di aver sfruttato e indotto alla prostituzione alcuni giovani, combinavano incontri per un pensionato

Baby squillo, due sfruttatori alla sbarra

di Daniele Oppo | 2 min

tribNel febbraio dello scorso anno vennero arrestati con l’accusa di aver favorito la prostituzione di alcuni ragazzi minorenni, inducendoli ad avere rapporti sessuali con un pensionato ferrarese.

Ieri è iniziato il processo a loro carico – S.C., 45 anni di origini marocchine e A.T., 25enne di origini pakistane – dove sono stati sentiti i testimoni dell’accusa sostenuta dalla pm Barbara Cavallo: alcuni baby squillo stranieri di allora (che all’epoca avevano 16-17 anni) e anche il pensionato – V.M. le sue iniziali – che è già uscito dal processo dopo un patteggiamento divenuto nel frattempo definitivo.

Da quel che è emerso durante l’udienza era S.C., dopo aver avuto per circa un anno una relazione con il pensionato, a procurargli dei giovanissimi ragazzi per rapporti sessuali a pagamento: dai 70 ai 400/500 euro ad incontro. Il periodo va dagli anni 2008/2009 al 2013. S.C. veniva mantenuto con una sorta di ‘diaria’ da 1500 euro al mese, lui in cambio preparava anche da mangiare, lavava i vestiti e accudiva il cagnolino del pensionato. Finita la relazione più o meno stabile, i due si incontravano – secondo quanto raccontato da V.M. – nel fine settimana “per guardare qualche film o ascoltare la musica classica, il sesso era ormai sfumato”. In mezzo gli incontri – “le avventure” come le ha definite l’anziano – con i giovani, combinati da S.C. e dal suo amico A.T., che si svolgevano proprio nell’appartamento del primo in zona Gad e, più raramente, in un’abitazione del pensionato nelle campagne ferraresi

Alcuni dei rapporti con i ragazzini sono poi sfociati in relazioni più o meno stabili, come accaduto con una delle parti civili nel processo, un ragazzo italiano che al tempo aveva 17 anni e che dopo qualche rapporto occasionale si trasferì in casa del pensionato: “Abbiamo convissuto per 6-7 mesi, da quando lui è divento maggiorenne. Gli davo vitto e alloggio e qualche centinaia di euro, insegnandogli a fare il mestiere di mediatore finanziario”. Il rapporto poi si interruppe “perché mi derubò telematicamente di 65mila euro”.

V.M. ha negato di essere a conoscenza della minore età dei ragazzi al momento della consumazione dei rapporti, avendolo scoperto solo dopo. Due dei testimoni comparsi in udienza hanno confermato di conoscerlo e che S.C. faceva da intermediario, asserendo che entrambi erano comunque a conoscenza della loro minore età all’epoca dei fatti.

La prossima udienza si terrà a novembre, quando verranno sentiti altri testimoni.

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