Continua il processo sulla presunta maxi-frode fiscale messa in atto da due consorzi di cooperative dell’alto ferrarese, entrambi con sede legale a Trapani. Consorzi che secondo procura e guardia di finanza avrebbero sottratto alle casse dell’erario e della cassa previdenziale più di otto milioni di euro grazie alle false fatturazioni prodotte da alcune ‘cartiere’ (società fittizie utilizzate per produrre fatture inesistenti) con sede proprio in Sicilia.
A tener banco durante l’ultima udienza sono state le testimonianze di alcuni dipendenti delle cooperative finite nell’inchiesta, interrogati dal pm Nicola Proto in merito alla loro situazione contrattuale e alle loro effettive mansioni all’interno delle aziende, tutte specializzate nel campo del facchinaggio e delle pulizie. Secondo la procura la presunta frode avrebbe consentito agli imputati di sottrarre all’erario milioni di euro attraverso i consorzi, che dopo essersi aggiudicati appalti e lavori fatturavano direttamente alla società committenti i servizi, neutralizzavando l’iva a credito grazie alla fatturazione passiva delle coop associate. Entravano quindi in gioco le cooperative, che non versavano alcun importo o contributo a fronte della fatturazione attiva nei confronti dei consorzi.
Gli avvocati dei ben 18 imputati commentano però positivamente quanto emerso nell’ultima sessione, sottolineando come i lavoratori sentiti in aula abbiano descritto con dovizia di particolari i lavori che effettivamente li hanno visti coinvolti e la situazione contrattuale in cui erano inseriti: “Non hanno confermato per niente la tesi dell’accusa – commenta uno dei legali, Pasquale Longobucco -, hanno spiegato che effettivamente lavoravano presso i magazzini” e, in sostanza, che quelle non società “non erano fittizie”. Per l’accusa uno degli elementi della fittizietà delle società è che avevano sede in Sicilia, “ma come spiegheremo meglio, anche con i nostri tecnici – afferma ancora l’avvocato -, è vero che avevano sede legale in Sicilia, ma perché lì c’era il tenutario delle scritture contabili”.