Cronaca
14 Aprile 2015
La pm aveva chiesto condanne fino a 2 anni e 4 mesi

Cona, tutti assolti

di Ruggero Veronese | 3 min

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00012095-originalTutti assolti. Dopo quattro anni di indagine e due anni di dibattimenti in aula, il lungo processo sugli appalti e le varianti di Cona si conclude con una assoluzione globale. L’unica condanna, a sei mesi, riguarda l’incompatibilità di Andrea Benedetti.

La pm Patrizia Castaldini aveva chiesto pene fino a 2 anni e 4 mesi.

Dell’abuso di ufficio relativo ai controlli sul calcestruzzo, secondo la procura ‘depotenziato’ da Rck30 a Rck25 per risparmiare sui materiali di costruzione, erano imputati Giuliano Mezzadri (ferrarese e progettista di Prog.Este, concessionaria dell’appalto), Carlo Melchiorri (61 anni, ferrarese, direttore dei lavori), Giorgio Beccati (ferrarese di 60 anni, il Rup, responsabile unico del procedimento), Ruben Saetti (59 anni modenese, presidente del cda di Progeste) e i tre componenti della commissione di collaudo Andrea Benedetti (57enne residente a Bologna), Antonio Pellegrini (parmense di 51 anni) e Fulvio Rossi (55 anni, ingegnere capo del Comune di Ferrara). Un ramo dell’indagine che aveva coinvolto anche Mario Colombini, presidente della Calcestruzzi Spa, per la quale la pm Castaldini chiese però l’assoluzione per mancanza di prove (in particolare per non aver potuto ascoltare in aula il ‘testimone chiave’ Salvatore Paterna). Sempre in questo contesto Melchiorri era imputato anche per omissione, per non aver verificato la composizione del calcestruzzo come previsto dal suo ruolo.

Si passa poi ai capi di imputazione relativi ai 3 milioni di euro con cui (usando le parole di Melchiorri registrate durante un’intercettazione telefonica), erano stati “unti gli ingranaggi” per far cadere le enormi richieste di riserve tecniche ben 58 milioni) da parte di Prog.Este / Consorzio Cona. In questo caso erano imputati per truffa aggravata Guglielmo Malvezzi (modenese di 50 anni, capo commessa per il Consorzio Cona), Nicola Fakes (veronese di 33 anni, responsabile del controllo di produzione) e Roberto Trabalzini (aretino di 51 anni, addetto alla contabilità lavori). Il primo avrebbe presentato all’azienda ospedaliero-universitaria istanza di compensazione per riconoscere i maggiori costi del materiale utilizzato nella costruzione dell’ospedale, avvallando la richiesta delle aziende. Tre milioni di euro, sotto forma di accordo bonario, che secondo la procura non erano dovuti e per i quali Beccati, Melchiorri e Saetti erano imputati anche per abuso d’ufficio, che avrebbero dovuto vigilare sulla procedura.

Beccati era imputato anche per falso ideologico, per aver formato il verbale di validazione del progetto esecutivo attestando la conformità del progetto esecutivo alla normativa vigente, quando invece, secondo gli inquirenti, mancava totalmente il progetto architettonico. E sempre il rup del progetto, assieme a Melchiorri, Pinelli, Saetti e Riccardo Baldi (ex direttore generale del Sant’Anna) doveva rispondere anche dell’abuso d’ufficio relativo all’approvazione delle perizie di variante, con cui secondo la procura Prog.Este si era aggiudicata nuovi e ingenti lavori senza passare per un’autonoma gara di appalto.

Tra le imputazioni anche il ‘conflitto di interessi’ per Benedetti della commissione di collaudo, che avendo lavorato negli anni precedenti con Cmr, non avrebbe potuto far parte dell’organo neutro di controllo. È questo l’unico capo di imputazione fondato, secondo i giudici Marini, Testoni e Attinà del tribunale collegiale, e che costa a Benedetti una condanna di sei mesi.

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