Un ex amante fuori controllo che rende la vita impossibile alla famiglia della sua vecchia fiamma, arrivando a minacciarla, a seguirla per le strade del paese e addirittura a investirne il marito con la propria automobile, provocandogli diverse ferite e il ricovero in ospedale. Un episodio talmente clamoroso che portò all’immediato arresto dell’uomo da parte della squadra mobile della polizia di Stato, con tanto di arresti domiciliari tuttora in vigore.
E anche nella prima udienza del processo che si è aperto in tribunale la presenza dell’imputato 44enne non è passata inosservata, visti i suoi numerosi interventi che hanno costretto il giudice Attinà ad allontanarlo dall’aula durante la seduta.
A raccontare al giudice l’accaduto è proprio la 30enne vittima del presunto stalker, che ha ripercorso i suoi trascorsi con l’imputato da quando, alla fine del 2010, insieme al marito gli vendette un cucciolo del proprio cane. Da allora i rapporti tra i due, che vivevano a pochi centinaia di metri, si intensificano.
Ma quando lei cerca di prenderne le distanze, l’uomo si presenta davanti alla sua abitazione e aggredisce il marito, strattonandolo per un braccio e ordinandogli di salire in auto. Sarà la moglie, all’epoca incinta del secondo figlio, a mettersi in mezzo e allontanare i due prima che la situazione potesse degenerare.
Ma per la donna si trattava solo dell’inizio dell’incubo: da allora infatti il 44enne cominciò a seguirla per tutto il paese, insultandola e minacciandola anche di fronte ai figli piccoli. Arrivando anche ad avvicinarsi alla sua automobile ferma al semaforo e a schiaffeggiarla attraverso il finestrino aperto. Ma il trattamento peggiore era riservato al marito: il presunto stalker infatti sarebbe passato in continuazione davanti all’abitazione della coppia sgasando con l’automobile, suonando il clacson e lanciando pesanti insulti al proprio ‘rivale’.
Per poi passare in almeno due occasioni dalle parole ai fatti: una volta con un vero e proprio pestaggio in un locale pubblico, dal quale il malcapitato uscì dolorante dopo aver ricevuto diversi pugni in faccia. E in un’altra occasione finendo addirittura ricoverato all’ospedale dopo essere stato investito dall’automobile del 44enne mentre si trovava nella via di casa.
Una situazione raccontata in tribunale dalla ragazza – difesa come parte civile dall’avvocato Giacomo Forlani – ma non senza qualche difficoltà: inizialmente la sua storia è stata interrotta frequentemente dall’imputato con commenti, osservazioni e lamentele nonostante gli sforzi del suo avvocato, Gianluca Filippone, per fargli tenere a freno la lingua. Dopo tre richiami del giudice Attinà l’uomo è stato costretto a uscire dall’aula, ma non senza continuare a invocare “un equo processo”. Cosa difficile da ottenere – come gli è stato fatto notare da magistrati e avvocati – se chi deve raccontare la propria versione dei fatti non ha la possibilità di farlo.