Cronaca
3 Febbraio 2015
Fiorentini (Sel) e Giovani Democratici contro il vescovo: "Tesi senza fondamento, intellettualmente molto disonesto"

Negri e omofobia: “Parole che instaurano odio immotivato”

di Ruggero Veronese | 4 min

negriluigi“Parole che non sembrano mirate a tutelare fede e fedeli, ma che danno l’idea di voler instaurare odio immotivato nei cuori di chi le ascolta e che a tali precetti crede”. Non tardano ad arrivare le prime, sdegnate reazioni alle dichiarazioni del vescovo di Ferrara Luigi Negri, che durante la conferenza organizzata in Sala Estense in occasione della XXXVII Giornata per la Vita ha lanciato giudizi pesanti come macigni su due leggi simbolo per la laicità: omofobia e aborto: “La legge contro l’omofobia – sono le parole di Negri – è un delitto contro Dio e contro l’umanità. La legge sull’aborto invece non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ci ha fatto sprofondare in questa crisi economica”.

Giudizi trancianti, quelli del vescovo di Ferrara. Che oltre a ribadire la propria contrarietà al ddl Scalfarotto (che punta a includere anche la comunità gay tra le minoranze tutele della legge Mancino) si spinge dove nessun uomo di chiesa si era ancora avventurato: imputare addirittura la crisi economica che perdura dal 2009 alla legge sull’aborto e al calo di natalità che questa avrebbe comportato. “Se ben conosciamo le idee di Luigi Negri sulla legge sull’omofobia – è il commento del consigliere comunale di Sel, Leonardo Fiorentini -, scopriamo oggi che per il nostro vescovo la causa della crisi economica è la legge sull’aborto. Niente bolla immobiliare, niente crisi dei mutui subprime, niente crisi del debito, niente crisi da sovraproduzione. L’aborto”.

Fiorentini lascia intendere chiaramente il proprio pensiero, secondo cui le ‘rumorose’ prese di posizione di Negri sarebbero determinate, più che da veri ragionamenti di carattere teologico o religioso, dalla sua necessità di inserirsi e prendere parte al dibattito pubblico e politico: “Comprendo che il Vescovo di Ferrara debba coltivarsi il proprio orticello nell’ultradestra cattolica – afferma il consigliere di Sel -, continuando a contrapporre, in una rinnovata crociata, la sua visione assolutistica a quello Stato laico nato dal Risorgimento e dalla Resistenza. Una contrapposizione che parte dal rivalutare le crociate dimenticando nel contempo la breccia di Porta Pia, la fine del potere temporale dei Papi e addirittura il Concordato, per non parlare poi di Darwin, del metodo scientifico (e forse anche dello stesso Galileo) e – ultimi in ordine di tempo – di 400 anni di teoria economica. È la crociata di chi non riesce evidentemente a misurarsi con serenità con il nostro tempo. Figuriamoci cosa può quindi capitare quando si affrontano temi come il diritto all’autodeterminazione della donna, la speranza di una coppia sterile di avere un bambino, o il diritto delle persone di vivere la propria vita ed i propri amori liberamente. Faccio un po’ più fatica – conclude Fiorentini – a capire come tutto questo possa aiutare la comunità cattolica ferrarese che egli presiede, ma questa è questione che lascio, volentieri, ai cattolici”.

Più diplomatico ma comunque apertamente critico è l’intervento dei Giovani Democratici del Pd, che ritengono “gravi e sconfortanti le parole pronunciate dall’arcivescovo Luigi Negri” e contrappongono l’etica laica alle parole del prelato: “Se il ddl Scalfarotto vada ‘contro Dio’ non possiamo saperlo, ma siamo certi che ‘contro l’umanità’ sia permettere e favorire discriminazioni di qualsiasi natura”. I giovani del Pd ricordano infatti come uno stop al ddl Scalfarotto implicherebbe “non solo il rendere difficilmente punibile chi compie atti discriminatori omofobi o transofobi, ma, anzi, l’affermare che offendere nella loro intimità persone con orientamenti sessuali differenti dal proprio sia consentito e lecito”.

I Giovani Democratici esortano quindi il vescovo a pesare maggiormente i propri interventi, soprattutto in virtù della credibilità di cui gode tra i fedeli: “Viviamo in una società multietnica e multiculturale, nella quale i fanatismi religiosi, segno di chiusura e distributori gratuiti di intolleranza, sono alla base degli eventi più tragici degli ultimi anni e il Vescovo, che pur rappresenta una larghissima comunità, dovrebbe ricordare il peso che hanno determinate parole e i risvolti che possono derivare da esse. Parole che non sembrano mirate a tutelare fede e fedeli ma che danno l’idea di voler instaurare odio immotivato nei cuori di chi le ascolta e che a tali precetti crede”. Riguardo al tema dell’aborto, gli attivisti del Pd ritengono “intellettualmente molto disonesto sostenere tesi senza alcun fondamento, affermando che l’aborto sia responsabile della crisi che stiamo vivendo, così come lo è il cercare consensi in materia utilizzando un “nervo scoperto” rappresentato dalle difficoltà economiche in cui vertono le famiglie italiane. Se davanti a Dio – concludono i Giovani Democratici -, per l’arcivescovo, fatichiamo ancora ad essere tutti uguali, davanti alla legge, nello Stato italiano, vogliamo essere certi che l’uguaglianza venga garantita”.

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