Cronaca
5 Novembre 2014
Battaglia legale infinita tra il 'don' e il suo ex ospite serbo, che lo avrebbe drogato e filmato durante un rapporto

Denuncia del prete per il video hard

di Ruggero Veronese | 3 min

preteMolestie sessuali su un minore, accuse di estorsione, furto dei mobili in casa, diffamazione via internet. È davvero un calvario la lunga storia delle diatribe giudiziarie tra una coppia serba residente nella provincia ferrarese e il parroco dopo averle dato ospitalità nella propria abitazione è stato accusato e successivamente condannato per molestie sessuali sul figlio minorenne. Una vicenda che suscito un certo clamore nel giugno scorso, quando il gup di Ferrara pronunciò la sentenza di condanna a un anno e quattro mesi per il ‘don’, e che oggi torna alla ribalta con la notizia di un nuova battaglia legale tra il sacerdote e il padre di famiglia serbo. E al centro di tutto ci sarebbe, questa volta, un video hard registrato all’interno dell’abitazione e che ha per protagonista proprio il sacerdote.

Un video del resto già noto alla magistratura e al tribunale, che lo acquisì come prova durante il processo per violenza sessuale. Ma che secondo il parroco non sarebbe mai dovuto essere registrato: da qui la denuncia al padre di famiglia serbo e a suo cognato per interferenze illecite nella vita privata, che ha visto ieri approdare in tribunale dove si è tenuta la prima udienza preliminare. Il sacerdote non nega di essere il protagonista del video, che lo ‘ritrae’ durante un rapporto sessuale assieme al cognato del suo ex ospite, ma afferma di non ricordare nulla di quei fatti e di essere stato drogato in modo da poter essere ricattato.

Una linea accusatoria che non ha convinto la magistratura, che ha chiesto l’archiviazione del procedimento, sollevando l’opposizione dell’avvocato Claudio Maruzzi, legale del parroco. Una questione sulla quale il gip Monica Bighetti si esprimerà tra circa due settimane, quando potrebbe accogliere la richiesta della magistratura, disporre l’imputazione coatta per i due indagati o, come ultima alternativa, richiedere nuove indagini alla magistratura.

Continua così una battaglia legale che, dopo la condanna del sacerdote (con tanto di sospensione ‘a divinis’ da parte del vescovo Negri), si è divisa in almeno cinque filoni approdati o sul punto di approdare in tribunale. Oltre al ricorso in appello per la condanna per violenza sessuale (per la prima udienza non è ancora stata fissata una data), il sacerdote ha anche denunciato il cittadino serbo per estorsione, affermando che proprio il video hard appena descritto sarebbe stato lo strumento per ricattare il prete e costringerlo a non cacciare di casa la famiglia. In questo caso la procura ha già fatto richiesta di archiviazione e si è opposta davanti alla corte di Cassazione all’imputazione coatta disposta dal tribunale.
Sempre in tema di filmati, questa volta non pornografici, arriva anche il quarto processo, con il sacerdote ad accusare il suo nemico dichiarato di diffamazione via internet per aver pubblicato un’intervista su Youtube, in cui parla della violenza subita dal figlio. Mentre le ultime due accuse lanciate dal ‘don’ riguardano presunti casi di appropriazione indebita e violenza privata: nel primo caso il ‘don’ accusa il cittadino serbo di essersi impossessato di alcuni mobili dell’abitazione prima di abbandonarla definitivamente, mentre nel secondo afferma di essere stato chiuso in casa dal suo ‘ospite’ e alcuni suoi amici, senza poter uscire se non dopo diverse ore.
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