Sport
6 Novembre 2014
Dopo il pesante ko di sabato il Presidente biancazzurro è ancora amareggiato

Spal, Mattioli vuole la reazione

di Federico Pansini | 7 min

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Walter Mattioli, Presidente della Spal

Walter Mattioli, Presidente della Spal

La caratteristica delle “montagne russe”, mai come quest’anno marchio di fabbrica del campionato di Lega Pro Unica, non ha risparmiato neppure la Spal. Dopo l’inizio durissimo (due ko in altrettante partite con Pontedera e Savona) e la risalita costante (4 vittorie, 1 pareggio, un solo gol al passivo e su calcio di rigore) i biancazzurri stanno affrontando nuovamente una fase di rallentamento nel loro cammino. Nelle ultime quattro gare i ragazzi di mister Brevi hanno raccolto un pareggio a reti bianche contro il Teramo, una sconfitta a Prato, la vittoria in rimonta a Grosseto e l’inaspettato quanto rumoroso ko, al “Paolo Mazza”, di sabato scorso contro l’Aquila. In parallelo, la Spal si è trovata nuovamente a fare i conti con troppe reti al passivo (sei) e poca concretezza sotto porta (tre gol realizzati e tutti nella gara di Grosseto). A parziale consolazione del popolo estense c’è il grande equilibrio che sembra regnare nel girone B, dove le sorprese sono all’ordine del giorno: ci sono ben 17 squadre nei nove punti che dividono la prima della classe, l’Ascoli, dalla quart’ultima, la Lucchese. E i biancazzurri, nonostante la brutta caduta nell’ultima sfida del torneo, rimangono terzi in classifica a tre lunghezze dalla capolista.

Sabato, nel dopo gara, il presidente Walter Mattioli non ha voluto e nemmeno potuto soprassedere sulla prestazione dei suoi, ‘tirando le orecchie’ a squadra ed allenatore e scusandosi con il pubblico per la prova negativa, incolore e priva di una reazione d’orgoglio. Il massimo dirigente spallino, interpellato dalla Nostra redazione, ha voluto fare il punto sul momento, senza sottrarsi come di consueto a tutte le tematiche che nelle ultime settimane infiammano il dibattito tra i tifosi biancazzurri.

Presidente, è ancora arrabbiato?

«Di più, di solito l’incazzatura passa dopo qualche ora, ma oggi (mercoledì; ndr) sono ancora infastidito e ogni giorno questa amarezza cresce. Non dovevamo assolutamente fare una figura del genere: non in casa, non sul nostro campo, non davanti alla nostra gente. C’erano quasi 4500 persone sabato, in un giorno festivo, accorse allo stadio per sostenerci e noi li ripaghiamo con una partita del genere? No, non mi è andata giù. E sia chiaro, parlo di Noi perchè mi sento ugualmente responsabile, se non di più, perchè sono il Presidente. Io ho sempre colpa per quello che succede: le responsabilità, così come i meriti, vanno condivisi con il gruppo di cui facciamo tutti parte alla Spal».

Tra i tifosi serpeggia l’idea che forse la Spal non sia ancora pronta al salto di qualità definitivo, nonostante il grande equilibrio che caratterizza il torneo.

«Abbiamo la fortuna di viviere un campionato dove ci sono squadre molto forti, partite per fare una stagione ai vertici, che ancora non hanno spiccato il volo. Non vedo una Spal impreparata per il famoso “salto”, però sabato abbiamo preso una lezione su come non si possa sbagliare l’approccio alle partite. Questo, dal mio punto di vista, è un gruppo capace di esaltarsi quando va sotto pressione: i nostri sono uomini da battaglia.  E quando non mettono in campo la grinta e la determinazione che è il loro marchio di fabbrica,  poi si rischiano brutte figure come contro l’Aquila».

Nelle sue considerazioni nel dopo partita di sabato, è finito anche mister Brevi. Si aspettava qualcosa di diverso anche nelle scelte dell’allenatore? E anche lei vorrebbe un tecnico più…”animoso” in panchina, come scrivono tanti tifosi nelle ultime settimane?

«Abbiamo tutti un carattere diverso, e un diverso modo di vivere la partita. Brevi ha il suo e io devo accettarlo. E’ un bravissimo allenatore, questo è fuori di dubbio, perchè vedo come lavora in preparazione alle partite, la sua attenzione a tutti i particolari. Certo, e di questo lui ne è a conoscenza, mi piacerebbe in qualche caso, come nella gara di sabato scorsa, vedere un po’ più di grinta anche da parte sua verso qualche atteggiamento dei giocatori in campo. Qualcuno vorrebbe Mattioli come motivatore in panchina? Non scherziamo. Io devo fare il Presidente, ed i miei ragazzi cerco di motivarli durante la settimana e di fare il mio lavoro in società. Questo significa farli stare bene e tranquilli, coprire tutte le loro esigenze senza mai mancare in nulla. Ecco perchè poi vedere gare come l’ultima lascia amareggiati e infastiditi».

Giovani e meno giovani: la Spal contro l’Aquila è mancata in tutte le individualità. Lei però dice sempre di aspettarsi qualcosa di più dai giocatori con maggiore esperienza. Nel suo mirino alcune settimane addietro era finito Togni..

«Premessa doverosa. Avevo nominato Togni, nel dopo gara della partita di Prato e prima di parlare con lui. Ho sbagliato, il ragazzo giustamente ci è rimasto male perchè si aspettava che ne parlassi con lui e non davanti ai taccuini. Come vedete anche il Presidente sbaglia. Quindi non voglio fare nomi dopo la partita di sabato, ci sono 14 elementi che non hanno reso secondo le loro possibilità. Poi è evidente: ci sono ragazzi alla prima esperienza nei professionisti,  l’errore fa parte del loro percorso di  crescita. Dai nostri elementi più esperti  mi aspetto ovviamente tanto: devono ricoprire il ruolo di guida in campo, anche in situazioni difficili come quelle che si sono verificate nell’ultima gara, e fuori. Loro, prima ancora dei più giovani, devono capire che questa è una città particolare, che ha sofferto per tanti anni situazioni indicibili; devono immedesimarsi nello spirito della gente che li segue, dare il massimo come lo fanno i nostri tifosi sugli spalti. La Spal ha investito su di loro non solo per questa stagione ma anche per i prossimi anni, proprio perchè ritiene che le caratteristiche siano quelle che servono per rappresentare i nostri colori e la tradizione di questa società».

Il 5-3-2 è un modulo su cui insistere o forse, in alcuni momenti della partita sarebbe il caso di variare dal tema del lancio lungo verso la punta, riportando magari Capace in mediana?

«Il Presidente deve fare il.. Presidente e non l’allenatore. Anzi, in tanti mi dicono o scrivono sempre che devo migliorare il mio modo di essere dirigente, quindi sono impegnato su questo fronte. Battute a parte, mi fido di quello che decide mister Brevi. Da spettatore delle partite posso dire che sabato nel secondo tempo abbiamo cambiato modulo, e prima di quella gara in tante altre occasioni con il il 5-3-2 abbiamo mostrato un bel gioco. Certo contro l’Aquila siamo diventati prevedibili dopo pochissime azioni, intestardendoci sempre sulla palla lunga verso la prima punta, e forse sarebbe stato il caso di puntare su di una  alternativa. Ma se devo dire la mia, non ne faccio una questione di modulo ma di interpretazione della gara. Rientra tutto nella partita pessima che abbiamo prodotto».

E’ presto, ma c’è già chi ipotizza in quali reparti la Spal potrebbe rinforzarsi nel mercato di gennaio.

«Non  è presto, ne stiamo già parlando e il mercato, come sapete, è sempre attivo. Stiamo lavorando, ma bisogna fare un ragionamento diverso: molto dipenderà dalla posizione della squadra al giro di boa. Chiaro che se la Spal sarà ancora nelle zone attuali di classifica, come pensiamo possa fare, allora la nostra proprietà, attentissima e generosa, magari potrà pensare di portare in dote alla squadra un paio di puntelli di rilievo per continuare a sognare; dovessero invece cambiare gli obiettivi, anche il lavoro in fase di mercato sarebbe fatto in termini di prospettiva per il prossimo anno. Quando parlavo di Novembre  come di un mese importantissimo, intendevo proprio perchè il momento e le gare che ci attendono diranno sicuramente molto rispetto a quello che può diventare il traguardo da cercare di raggiungere».

La nota lieta è il pubblico del “Mazza”: in più di 4mila sabato dopo gli oltre 5mila contro il Teramo nella gara precedente. E una Curva che sostiene la squadra anche oltre il novantesimo.

«Sarò ripetitivo, ma i nostri tifosi sono fantastici. La famiglia Colombarini, tutta la società, il sottoscritto: siamo tutti stra-felici per la risposta della nostra gente, per l’attaccamento e la passione portata in casa come in trasferta dai supporters spallini. Il motivo per cui ci sentiamo feriti quando non riusciamo a fare bella figura in campo è proprio questo: metterli nelle condizioni di perdere la passione, di soffrire, di non vedere ripagati sforzi economici, ore di viaggio, spese per le coreografie, le bandiere, gli striscioni. Non possiamo permetterci di dare loro questo genere di delusioni. Gli applausi di sabato a fine partita, nonostante la sconfitta, dimostrano il livello di maturità degli sportivi ferraresi e l’amore smisurato nei confronti della nostra squadra. Io, tanto per dire, al posto loro avrei fischiato di più, certo con la promessa di sostenerli dalla prossima gara. Ma lo ripeto, Walter Mattioli ha un caratteraccio..».

Prossima gara sul campo del fanalino di coda Pro Piacenza, poi l’Ancona al “Mazza”, sfida al Forlì in trasferta e di nuovo in casa contro il Pisa. Momento chiave del campionato spallino?

«Se mi chiedi cosa mi aspetto dalla squadra, ti rispondo molto semplicemente: 10 punti. Questo per farmi passare la “muffa” di sabato pomeriggio, sono ancora molto infastidito e i miei giocatori lo sanno. Piacenza prima tappa di un momento sicuramente decisivo: ma attenzione, perchè i nostri prossimi avversari sono ultimi solo perchè penalizzati. In realtà questa squadra avrebbe 11 punti e arriva da un pareggio contro il Teramo che è forse tra le squadre più forti del girone. Quindi testa bassa e massima umiltà, se andiamo al “Garilli” con l’idea di una partita facile rischiamo di tornare con le ossa rotte e di incappare nella seconda figuraccia in una settimana. Cosa da evitare ad ogni costo».

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