Politica
17 Ottobre 2014
Il sindaco di Comacchio escluso dal Movimento, revocata la certificazione a tutta la lista

Fabbri espulso dal M5S

di Daniele Oppo | 4 min

IMG_20141015_150938676Comacchio. Il sindaco di Comacchio Marco Fabbri è stato espulso dal Movimento 5 Stelle.

La causa scatenante è la sua decisione di aderire al listone unico con gli altri partiti per il nuovo assetto della Provincia, seguito dalla delega al Turismo conferitagli dal presidente Tiziano Tagliani.

La notizia arriva direttamente dal blog di Beppe Grillo tramite un post scriptum in un post sull’euro: “Come già comunicato all’interessato nei giorni scorsi, il sindaco di Comacchio Marco Fabbri, eletto con il MoVimento 5 Stelle, si è candidato ed è stato eletto alleandosi con altri partiti alle elezioni provinciali. Il M5S rifiuta per statuto la partecipazione alle elezioni provinciali e Fabbri, in quanto sindaco M5S, non poteva concorrere per altre cariche. La certificazione della lista di Comacchio è revocata. Fabbri è fuori dal M5S”.

La menzione di una comunicazione in tal senso che sarebbe avvenuta nei giorni scorsi contrasta con le affermazioni che lo stesso Fabbri aveva rilasciato ieri alla prima riunione del nuovo consiglio provinciale: “Non credo verranno prese decisioni perentorie – ha affermato il sindaco di Comacchio ai taccuini di Estense.cm – immagino che prima se ne discuterà e poi vedremo il da farsi”. E infatti Fabbri è venuto a conoscenza del fatto solo dai giornali, smentendo così le affermazioni di Grillo.

Anche Sergio Provasi, assessore al Turismo di Comacchio, sembra essere all’oscuro di tutto, ma un post sul blog non gli basta per considerarsi fuori dal M5S: “Per quanto mi riguarda non ne so nulla. Beppe Grillo spenda un po’ di soldini e ci mandi una raccomandata come facciamo tutti in queste occasioni, quando arriverà vedremo cosa fare e penseremo ad eventuali dichiarazioni”.

“Ho appreso dalla rete dell’espulsione del sindaco Fabbri – afferma Ilaria Morghen, consigliera comunale di Ferrara -. Non ho commenti particolari in merito ma si prefigurava come una cronaca annunciata. Posso solo rimarcare che l’espulsione, come ben specificato nel post del blog, ha le sue ragioni nelle scelte operate da Fabbri nell’ambito delle elezioni provinciali, scelte che erano in contraddizione con la linea del Movimento. Pur essendo il nostro, un ‘luogo sociale’ di discussione continua, vi sono delle linee guida insindacabili che ne garantiscono coerenza d’azione, efficienza, onesta’ d’intenti. Porsi al di fuori di esse e’ lecito in relazione ad un libero arbitrio che nessuno può limitare. Auguro a Marco un fututo percorso politico ‘sano’, anche all’esterno del Movimento”.

“Ognuno è responsabile delle proprie scelte – commenta Alessandro Cantale, candidato ferrarese del Movimento alle regionali -. Non si possono stupire di quel che è successo, Fabbri ha fatto le sue scelte e bisogna prendere atto delle conseguenze, sicuramente non c’entra niente la mancanza di democrazia nel movimento”.

Di parere diverso un attonito, ma non troppo, Valentino Tavolazzi, il primo espulso della storia M5S: “Incredibile, ma prima o poi doveva accadere – dichiara a estense.com -. Dal marzo 2012 tutti gli eventi portavano a questa situazione, adesso manca solo Pizzarotti: è la dimostrazione della gestione padronale del Movimento in cui due persone decidono e dove la propaganda democrazia interna non esiste. Fabbri – prosegue Tavolazzi – è un sindaco che ha fatto una scelta nell’interesse della città che amministra”. Anche la scelta di revocare l’autorizzazione all’uso del simbolo a tutto il movimento comacchiese lascia attonito Tavolazzi: “È assurdo, magari ci sono persone incolpevoli che si danno tanto da fare e che non erano d’accordo con la scelta di Fabbri. Ma è la classica legge dell’ammazzarne dieci per educarne mille, quando i due decidono di espellere qualcuno lo fanno per dare l’esempio a tutto il sistema e disciplinare il Movimento evitando che qualcuno alzi troppo la testa”.

Critico anche un altro espulso eccellente, Giovanni Favia: “La tragicomica saga del M5S in Emilia-Romagna sembra non avere mai fine – commenta l’attuale presidente del comitato promotore di Movimento Civico -. Con l’espulsione di Fabbri credo che la realtà abbia superato la fantasia. Tempo qualche mese e qui non ne resterà più nemmeno uno. Anzi, forse si ritroveranno in tre: Bugani, Grillo e Casaleggio, ormai soci anche in affari”.

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