Da sinistra: Riccardo Forni, Ilaria Baraldi, Simone Tassinari
Matteo Richetti si è perso per strada dietro ai “motivi personali”, Stefano Bonaccini tira dritto e poi c’è lui: l’unico competitor nelle primarie del centro sinistra emiliano romagnolo a non essere rimasto ingolfato nelle inchieste giudiziarie: Roberto Balzani, atteso a Ferrara nel pomeriggio di mercoledì 17 settembre (il luogo è ancora da decidere).
Per l’ex sindaco di Forlì sono state consegnate più di 5.800 firme alla direzione regionale del Partito Democratico, solo un centinaio da Ferrara dove il candidato outsider è sostenuto dalla consigliera comunale Ilaria Baraldi, dal vicesindaco di Sant’Agostino Simone Tassinari e da Riccardo Forni, dipendente Ausl e rappresentante della società civile.
“Balzani offre una visione lungimirante e innovativa – sostiene la ‘civattiana’ Baraldi -. Ha sempre puntato sulla partecipazione, sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento dei portatori di interesse per l’individuazione del percorso da fare, ma senza che questo significhi deresponsabilizzare la politica”.
Per Tassinari la candidatura dell’ex sindaco di Forlì nella corsa per la presidenza della Regione è una “candidatura di coraggio e libertà: lui – osserva il vicesindaco di Sant’Agostino – non intende la politica come un percorso totale della vita, ma come un’esperienza temporanea che ti lascia la libertà di fare quello che ritieni giusto. Non rinnega i tratti positivi che ci sono stati fino ad oggi in Regione ma si rende conto che non basta vantarsi del livello raggiunto perché il rischio è quello di non avere una politica ‘rivoluzionaria’ e rimanere indietro. Su molti temi come l’ambiente, il consumo del territorio, le infrastrutture, i trasporti e i rifiuti – conclude il renziano Tassinari – Balzani sente l’esigenza netta di svoltare e di cambiare verso”.
Forni è invece un ‘balzaniano’ della prima ora, rapito fin da subito dalla sua volontà di farsi avanti subito dopo l’annuncio delle dimissioni di Vasco Errani: “Gli ho scritto e l’ho incontrato a Forlì, credo di essere stato uno dei primi firmatari della società civile a sostegno della sua candidatura – spiega Forni -. Mi ha colpito la sua coerenza e il modo di interpretare la sua cultura dell’ascolto. Ad esempio – prosegue il dipendete Ausl -, sulla sanità che occupa l’80% dei bilanci delle regioni, Balzani è una persona che dice che bisogna studiare, analizzare, capire e dire la verità alle persone come è effettivamente la situazione. La sua è una candidatura – conclude Forni – può intercettare un consenso trasversale, sia a destra che a sinistra”.
Se da un lato i candidati ci sono – Balzani e Bonaccini – così come la data per le primarie (il 28 settembre) le voci che la direzione nazionale decida di calare un nome dall’alto non smettono di farsi sentire: “Noi ci muoviamo come se le primarie si facessero, però non possiamo nascondere che il fatto che Bonaccini sia contestualmente segretario regionale e candidato non ci renda tranquilli sul fatto che da Roma non venga calato il ‘briscolone’, e dovremo poi spiegare ai cittadini che hanno firmato perché non si fa più nulla”.
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