Politica
13 Luglio 2014
Il segretario provinciale in lizza con Zappaterra e Modonesi per un posto in consiglio, Richetti o Bonaccini per la presidenza

Calvano rinvia la corsa alla segreteria, tempo di primarie per il Pd

di Daniele Oppo | 3 min

CalvanoEra già nell’aria ma adesso c’è anche l’ufficialità: Pd emiliano-romagnolo rinvia il congresso per scegliere il suo nuovo  e punta dritto alle elezioni dopo le dimissioni di Vasco Errani.

Chiare le linee emerse nella direzione regionale del partito dove è stata votata all’unanimità la strada indicata da Stefano Bonaccini, attuale segretario regionale del Pd, che, sposando la linea già proposta da Paolo Calvano, ha chiesto il rinvio del congresso per concentrarsi sulle elezioni e, in particolare, sulle primarie per la scelta del presidente che saranno di coalizione. “Pensiamo alla Regione e ai cittadini – commenta Calvano che rimanda così la sua ascesa a segretario regionale -, altrimenti sembra che discutiamo solo di una cosa tutta nostra. Abbiamo scelto di fare delle primarie di coalizione dando mandato a Bonaccini di comporre il quadro in una settimana, dieci giorni al massimo e non appena ci sarà la data delle elezioni ci ritroveremo in direzione per organizzare le primarie che – precisa – ci saranno solo se emergeranno più candidati”.

I nomi più caldi al momento per ricoprire la figura di candidato alla presidenza sono quelli del parlamentare Matteo Richetti che si è già detto disponibile, ma anche lo stesso Bonaccini, Daniele Manca e l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani che però, sul suo profilo Facebook, ha attaccato duramente la scelta delle primarie di coalizione: “Con grande velocità – scrive Balzani – il gruppo dirigente del Pd regionale, da sempre ostile alle primarie, si è improvvisamente convertito alla “inedita” formula. Con una specifica: purché siano di coalizione. Che cosa si nasconde dietro questo dettaglio? Molto semplice. Le primarie nel Pd – spiega l’ex sindaco di Forlì – prevedono una soglia di accesso relativamente bassa per i possibili candidati (3% degli iscritti o 10% dei componenti dell’assemblea regionale), mentre quelle di coalizione elevano drasticamente il barrage: 20% degli iscritti o 35% dei componenti dell’assemblea regionale. Detto in altro modo: poiché è impossibile che, in Emilia Romagna, il candidato alla presidenza non sia Pd (partito che, fra l’altro, ha la maggioranza assoluta, almeno stando alle Europee), le primarie di coalizione sono utili ad eliminare a priori candidati scomodi nel Pd, creando una finta competizione con i candidati di partiti alleati. Detto ancora in altro modo – prosegue al veleno Balzani -: per regolare i conti al proprio interno, si usano attori esterni. Perché? Molto semplice: perché c’è la paura di una competizione vera, di una conta vera di sapere cosa veramente pensa il proprio elettorato. Quindi, meglio restringere prima il menu”.

Calvano punterà alla segreteria e non concorrerà alle primarie: “È chiaro che non appena avremo il quadro completo inizierà discussione per costruire a Ferrara la miglior lista possibile, composta da tre persone, con almeno una donna e almeno un uomo. Vedremo come costruirla, ma c’è un gruppo dirigente di trenta-quarantenni che è cresciuta nel partito e nelle amministrazioni e da loro verrà sicuramente fuori un gruppo competitivo”. Difficile dunque una ricandidatura di Roberto Montanari (intervenuto in direzione insieme a Patrizio Bianchi e allo stesso Calvano), mentre si aprono le porte per l’attuale segretario provinciale (sempre Calvano) e almeno una donna: Marcella Zappaterra che, nonostante abbia già trovato un lavoro in ambito privato dopo la riforma Delrio sulle province, non ha mai nascosto di essere interessata alla Regione. Altra donna papabile è il sindaco di Vigarano Barbara Paron. Tra i nomi maschili il più quotato è quello di Aldo Modonesi, ma non è improbabile che entri in corsa anche il vicesindaco Massimo Maisto.

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