Cronaca
13 Luglio 2014
Ferraresi (Hera): "Noi interessati a quel tipo di calore, ma al momento non sappiamo cosa faremo"

Geotermia, la concessione scade ma manca il bando

di Daniele Oppo | 4 min

geotermia pozzoLa concessione per lo sfruttamento dei pozzi geotermici di Casaglia scadrà tra qualche giorno e ancora non è stato preparato un bando di gara per il suo rinnovo.

L’attuale concessione affidata a una joint venture composta da Enel e Eni Green Power, dopo 30 anni, scadrà il 19 luglio prossimo, ma Regione e Provincia non hanno ancora predisposto alcun bando, complici anche le complicazioni portate dal rapporto della Commissione Ichese. Secondo quanto spiega l’ex assessore provinciale all’Ambinete Giorgio Bellini – che ora non ha più responsabilità in merito essendo il suo mandato scaduto con la riforma Delrio ma che è persona informata di alcuni aspetti della questione – l’Ichese, pur avendo portato rassicurazioni sui legami tra geotermia ed eventi sismici non ha dato certezze al 100% (peraltro impossibili da avere) portando dunque alla necessità di studiare il posizionamento di una rete di monitoraggio ad hoc e, inoltre, i tecnici di Provincia e Regione (che si sono incontrati venerdì mattina a Bologna, ndr) stanno valutando anche la necessità o meno di una procedura di Via prima di affidare di nuovo gestione dei pozzi. “La nuova convenzione anch’essa trentennale – spiega Bellini – ha dei passaggi molto complicati da affrontare ed è la prima di questa importanza che si sta rielaborando in tutta Italia”. La concessione, nelle more di una nuova gara – il cui bando dovrebbe essere, nelle intenzioni, pronto per i mesi di ottobre o novembre – dovrebbe continuare in automatico con gli attuali beneficiari della convenzione siglata 30 anni fa che continueranno ad agire come custodi in attesa che venga formalizzata la nuova gara.

Nel frattempo dovrebbe proseguire anche il contratto tra i gestori dei pozzi e Hera per lo sfruttamento della risorsa geotermica anche se rimane, al momento, l’incertezza per il suo proseguimento una volta che la nuova gara di concessione verrà preparata e riassegnata. “Abbiamo un contratto con chi oggi gestisce i pozzi, ovvero Enel e Eni – spiega a Estense.com l’ingegner Fausto Ferraresi, responsabile Hera per il teleriscaldamento (di cui la geotermia è una componente rilevante) – che avevano fatto contratto con Comune per la vendita del calore. Il nostro contratto scadrà con la cessazione della concessione. Quando ci sarà il nuovo concessionario vedremo se rinnovare il contratto. Noi siamo interessati a questo tipo di calore non lo abbiamo mai nascosto – afferma ancora Ferraresi senza sbilanciarsi -, ma al momento non so dire cosa faremo”.

Ma proprio sul teleriscaldamento gestito al momento unicamente da Hera in città arrivano notizie non molto confortanti per chi spera che la multiutility non sia più in competizione esclusivamente con se stessa in questo settore dei servizi in città. “È una questione complicata – spiega il capo di Gabinetto del Comune di Ferrara, Giovanni Lenzerini che si occupa anche dei rapporti con Hera -: abbiamo un unico contratto distribuzione gas/tlr dal 2002. Ma, nel frattempo, se il legislatore ha affrontato in maniera chiara e precisa la distribuzione del gas come servizio pubblico locale, l’esito dell’indagine conoscitiva dell’Antitrust sul teleriscaldamento da poco pubblicata non giunge a conclusioni certe sulla natura del servizio. Non è ancora chiaro se sia o no un servizio pubblico – spiega Lenzerini – e dunque se l’affidamento competa agli enti pubblici oppure no. Non sappiamo se abbiamo noi la competenza del bando di affidamento non conoscendone la natura, inoltre la proprietà delle reti è del gestore che l’ha installata. Siamo anche noi in attesa – rivela ancora il capo di Gabinetto -, speravamo molto da indagine antitrust perché è una cosa che interessa tantissimi cittadini, l’Autorità si è presa più di un anno e fatto un analisi molto dettagliata ma non giunge a conclusioni precise ed è dunque rimasta una ambiguità normativa. Mentre sul gas la questione della proprietà delle reti è ininfluente perché la distribuzione è un servizio comunque pubblico, sul tlr non c’è chiarezza e fino ad allora non ci sarà ovviamente possibilità di fare un bando”.

“Questione diversa invece – conclude Lenzerini – è quella di studiare qualche forma di accordo per tutelare cittadini, questo è possibile farlo”.

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