Vostro figlio ha bisogno di una visita oculistica pediatrica e volete farla tramite il servizio pubblico? Rischiate di aspettare fino a che ormai non ce ne sia più bisogno. Non di un oculista, ma di un pediatra. Perché ormai sarà già grandicello. Iperboli a parte, questo genere di prenotazioni incontra serie difficoltà, a livello di tempistica, in provincia di Ferrara.
I tempi di attesa che ci siamo sentiti ipotizzare dal Cup parlano di posti liberi non prima del 2016. Tempi molto più veloci invece, con i mesi e gli anni che si trasformano in giorni, se la stessa prestazione la richiedete ‘intramoenia’, ovvero allo stesso professionista che, legittimamente, finito il suo orario di lavoro da dipendente pubblico, esercita come privato.
Il sistema sanitario infatti consente agli stessi medici di esercitare sia come dipendenti pubblici che come privati (dunque a pagamento) all’interno delle strutture pubblica e con tempistiche naturalmente più brevi, l’intramoenia appunto. Ma è anche il frutto della scelta operata dalla direzione Ausl ferrarese di assegnare un solo specialistica oculista alla fascia pediatrica che così si ritrova con liste d’attesa interminabili.
C’è ovviamente la possibilità di andare da oculisti non specialisti di quella fascia di età così delicata, con liste d’attesa notevolmente accorciate ai quali gli operatori del Centro unico prenotazioni cercano di indirizzare gli utenti. Il problema è che i genitori, magari consigliati dagli stessi pediatri, propendono quasi tutti per far visitare i proprio figli da chi ha una riconosciuta esperienza nel visitare i bambini, ovvero l’unico professionista individuato appositamente dall’Ausl.
E così i tempi si allungano vertiginosamente, costringendo gli operatori a bloccarla per alcuni periodi di tempo in modo da smaltire il carico, deviando il traffico, laddove possibile, verso gli oculisti ‘generici’ oppure prenotando la stessa visita dallo stesso specialista che però opera come privato, col vantaggio per gli utenti di dover aspettare sensibilmente di meno ma con lo svantaggio di dover pagare la visita, soprattutto quando la prestazione è richiesta da chi versa in condizioni economiche non proprio agiate.
Estense.com ha provato a chiedere informazioni e chiarimenti su questa situazione contattando telefonicamente il direttore dell’Ausl Paolo Saltari. Per tutta risposta la responsabilità è stata dal direttore attribuita all’azienda ospedaliero universitaria del Sant’Anna – e dunque al suo direttore sanitario Gabriele Rinaldi – come competente nel campo delle prestazioni oculistiche. Responsabilità subito riconsegnata al mittente dall’Aou che, sempre telefonicamente, ha confermato trattarsi di prestazioni fornite dall’Ausl.
Di rimbalzo in rimbalzo siamo riusciti, non senza difficoltà, ad avere ulteriori informazioni. E cioè che i tempi di attesa per tali prestazioni sarebbero al massimo di “soli” 6-7 mesi. Direttamente allo sportello prenotazioni ci hanno confermato posti liberi solo dal 2016. Inoltre, sembra di capire che le liste d’attesa si allunghino in maniera considerevole anche per via della prassi dei pediatri di consigliare visite di screening per i bambini anche quando non ci sono problemi manifesti, con i medici che consigliano proprio l’oculista pediatrico in forza all’Ausl. A quanto ci è stato riferito, inoltre, il professionista in questione, quando i tempi sono molto lunghi e l’attesa sarebbe problematica per il paziente, non esita ad aggiungere un posto in più in lista per visitare i bambini nei casi urgenti, allungando in questi casi il proprio orario di lavoro come dipendente pubblico.