
Il pm Nicola Proto (a destra) parla con l’avvocato di Antonio Pini, Pietro Solinas
Comacchio. Si chiude con quattro condanne e due assoluzioni il processo di primo grado sul caso Comacchiopoli, l’inchiesta coordinata dal pm Nicola Proto sulle agevolazioni alle pratiche edilizie concesse ad alcuni imprenditori da parte di amministratori e tecnici del Comune di Comacchio. In cambio – secondo l’accusa – di soldi o di altri favori legati a possibili affari nel territorio comacchiese.
Alla fine del processo le condanne colpiscono i politici, mentre i tecnici vengono sollevati da ogni accusa: assolti con formula piena Manlio Carli e Antonio Pini, ex dirigenti all’ufficio urbanistica, mentre Eugenio Gramolelli (ex consigliere comunale Pd e assessore alle attività produttive), Fabrizio Felletti (ex assessore allo sport), e Berto Cavallari (ex assessore all’urbanistica) ricevono pene pari a due anni e sei mesi. Più leggera la condanna per l’ex consigliere comunale di An Iginio Ferroni, condannato a un anno e mezzo ma con sospensione condizionale della pena. Per tutti i condannati, in caso di condanna definitiva, scatterà anche la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per tutta la durata della pena.
Si chiude così un processo che durante la fase del dibattimento ha visto gli avvocati delle difese mettere più volte in discussione tutto l’impianto accusatorio su cui si era basata la procura per ricostruire il “sistema corruttivo” all’interno degli uffici comunali. Un sistema venuto a galla in particolare grazie alle dichiarazioni “autoaccusatorie” di Sergio Marinelli, l’ingegnere che accettò di fare da tramite tra i politici e l’imprenditore Luciano Vazzoler per la sponsorizzazione della squadra Comacchio Calcio, in cambio di una “spintarella” alle proprie pratiche edilizie in attesa di approvazione. Marinelli ha patteggiato una pena di un anno e mezzo in sede di udienza preliminare e da allora era diventato il principale accusatore degli altri imputati. Una testimonianza duramente contestata da tutte le difese in quanto l’ingegnere essendo stato coinvolto nello stesso procedimento, non deve giurare di dire la verità e non incorre nei rischi legati alla falsa testimonianza.
Di tutt’altro avviso il pm Proto, che durante la propria requisitoria ha accompagnato alla confessione di Marinelli una lunga serie di intercettazioni telefoniche. Nelle quali gli imputati si scambiano informazioni e aggiornamenti sulla situazione delle pratiche edilizie di Marinelli e Vazzoler, che attendevano risposta da parte del consiglio comunale e dell’ufficio per l’urbanistica. A finire nell’inchiesta sono in particolare due progetti: quello per la costruzione del centro Brico e quello relativo a un nuovo porto turistico sulla costa. Nel primo caso il sistema corruttivo includeva Gramolelli, Felletti e Cavallari, che si sarebbero adoperati per far arrivare 4800 euro sotto forma di sponsorizzazione al club calcistico. Il secondo caso riguarda invece in particolare Ferroni (condannato per istigazione alla corruzione), che secondo la procura avrebbe chiesto 50mila euro a un imprenditore per appoggiare il progetto in consiglio comunale.
A sorridere sono i due tecnici assolti, Carli e Pini, ritenuti estranei agli accordi tra politici e imprenditori. A Pini veniva contestato anche il ritardo di tre anni nella demolizione di un edificio abusivo, ma il suo avvocato Pietro Solinas aveva sempre sostenuto la professionalità dietro l’operato del proprio assistito: “La sentenza – afferma Solinas dopo la lettura del dispositivo – ha fatto giustizia, confermando come Pini avesse sempre agito in maniera corretta e scrupolosa. Questo ci dimostra che bisogna avere fiducia nella giustizia, che, anche se a passo lento, prima o poi arriva”.
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