Invocare “Mai più” in Israele, mentre muoiono ancora bambini
"Mi occupo di ricerca sull'Olocausto da 40 anni: non avrei mai immaginato che lo Stato ebraico avrebbe bombardato a morte bambini affamati"
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Disarmare la Terra oggi è un imperativo morale: ripetere queste parole di Papa Francesco è un reato?
La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti “innominati”, responsabili senza nome e senza volto
Un'amicizia lunga più di vent'anni
Uno dei più autorevoli giuristi sul genocidio intervistato sul perché quello di Gaza è un genocidio, e perché non lo si vuole riconoscere
Credevo che la campagna elettorale avesse toccato il fondo; e invece, per la serie “più in basso di così c’è solo da scavare”, qualcuno stava scavando verso l’impensabile: un casinò all’interno del Castello Estense per rilanciare l’economia, visto che la sera strade e bar sono vuoti. Che tanto, ci dicono, un casinò non crea particolari problemi di malavita, i rischi dipendono dai comportamenti delle persone e non dalla sua presenza, e l’etica nel terzo millennio è un gratta-e-vinci.
Meglio: un referendum popolare per chiedere una deroga alle leggi vigenti, che nella mente di chi ha concepito una tale proposta evidentemente sono usa-e-getta.
Davanti a una proposta del genere, ci sono due possibilità: informare i miei 25 lettori del lavoro certosino dei miei amici del Collettivo Senza Slot, o richiamare in servizio il Povero Idiota, quello che anticipò → la genialata di Zappaterra & dirigenti scolastici di chiudere le scuole al sabato per risparmiare gasolio.
Ecco allora alcune altre proposte che vanno ben oltre il timido brodino proposto dalla candidata sindachessa Felloni per rilanciare l’agonizzante economia ferrarese.
Il Castello dei giochi
Perché limitare il nascituro casinò ai soli spazi oggi occupati dagli uffici della Provincia? Pensiamo in grande: l’intero Castello potrebbe essere adibito a sala dei giochi, con opportune denominazioni che richiamino il patrimonio culturale estense. Ad esempio, la sala della roulette potrebbe essere ribattezzata “Sala Parisina”, l’atrio dove si cambiano i sodi con le fiches “Sala di Borso”, la sala delle slot machine potrebbe essere intitolata ad Annibale Romei, che fu rinomato scacchista. Se il casinò potrebbe essere «sia un’oppportunità, commerciale, finanziaria, che un attimino vogliamo dare una smossa a quelli che sono i preconcetti», per dirla col probapossibile italiano della candidata [→ qui, al minuto 0:25], occorrono però tempi rapidi: al momento → Felice Maniero, il candidato ideale come Direttore del Casinò, è in cerca di occupazione, non possiamo lasciarci sfuggire una comprovata professionalità esercitata attorno al Casinò di Venezia come la sua per le solite lungaggini burocratiche che soffocano l’iniziativa imprenditoriale ferrarese (e intralciano attività che si potrebbero risolvere con una telefonata, una stretta di mano e un passaggio di busta). Se, come la candidata sindachessa dixit, «i rischi dipendono dai comportamenti delle persone, non dalla presenza del casinò», chi meglio di Maniero (i cui metodi erano sbrigativi, ma sicuramente performanti ed efficienti) può al tempo stesso incarnare lo spirito etico della nuova politica, implementare l’occupazione (con la sua equipe diede lavoro, ai tempi d’oro, a centinaia di operatori del settore) e fare da garante dei comportamenti?
La casa d’appuntamenti in piazza Senzanome
Un casinò non basta: dopo aver perso i propri risparmi, i giocatori hanno bisogno di tirarsi su, in tutti i sensi. Rendiamo merito a monsignor Negri, che nottambulando scoprì il sagrato del Duomo essersi mutato in un postribolo a cielo aperto, e poniamo fine allo scandalo della sua gratuità: s’è mai visto un lupanare in cui non si paga la marchetta? Chiudiamo le vie d’accesso, e installiamo sotto il Volto del Cavallo dei tornelli per accedere al sagrato previo acquisto del noto gettone, la marchetta per l’appunto. Per l’inaugurazione si potrebbe pensare come madrina dell’evento a Karima El Mahroug, meglio nota come Ruby Rubacuori, che ha congrue ragioni di riconoscenza verso Ferrara e i ferraresi, e che quindi potrebbe anche accettare una partecipazione senza chiedere un nuovo gettone (di presenza, stavolta). Sul modello della bolognese “via Senzanome”, si potrebbe così intitolare la porzione di piazza ex-sagrato, per non urtare la sensibilità dei credenti.
La premiata drogheria Bazzi
Se referendum per l’apertura del casinò dev’esserci, di deroga in deroga facciamone anche uno per la commercializzazione delle droghe, e installiamo un apposito locale negli spazi dell’ex drogheria Bazzi, che non c’è neanche da cambiare l’insegna. Così, con una fruttuosa joint venture in sinergico rapporto tra le attività produttive del centro storico, i frequentatori del casinò e quelli del casino avranno a portata di mano l’occorrente per completare la propria serata. Naturalmente, per attirare i clienti e mettere in moto il circolo virtuoso dell’economia, le pillole blu per il casino le si venderà qui, accanto a coca e MDMA.
Gli Open di Schifanoia
Ferrara aveva una nobile tradizione tennistica. Non tanto come valore agonistico, quanto come stile di vita: il Circolo Marfisa di Bassani e Antonioni, per dire. Recuperiamo quella tradizione, adesso che, grazie a opere letterarie di valore, il tennis sta godendo di una rinnovata fortuna anche tra i non praticanti o tifosi. Organizziamo gli Open di Ferrara, all’interno del circuito ATP, nella Sala dei Mesi di Palazzo Schifanoia, nel mese di aprile: dopotutto è nato come luogo di divertimento, non come spazio museale. Federer e Nadal, Djokovic e Fognini si cimenteranno in un luogo indimenticabile, sotto lo sguardo (dagli affreschi di Dal Cossa) della passata aristocrazia estense che potrà ammirare il meglio del tennis mondiale. Che tanto buona parte dei dipinti già non c’è più, se qualche altro pezzo dovesse cadere per un servizio troppo potente cambia poco: ma vuoi mettere l’impulso al turismo?
Il circuito dei Finzi Contini e il Resort dei Diamanti
Bassani aveva immaginato una tenuta signorile estesa tra la Porta degli Angeli e Palazzo Sacrati, e vi aveva ambientato le vicende della famiglia Finzi Contini. Ricreiamo l’unitarietà di quello spazio, oggi occupato da edifici poco utili – tra cui un paio di licei che costano alla comunità senza produrre profitto – e realizziamoci un circuito automobilistico per la Formula 1. Immaginate la bellezza delle vetture che sfrecciano aprendo il gas all’uscita della Curva Urlon del Barco, s’infilano nella Chicane del Chiozzino, passano sotto la Tribuna Erculea e tagliano il traguardo sul rettilineo Mazzoni & Salvi (essì, lo sponsor ci vuole, siam mica qui a far la permanente alle nutrie). Palazzo dei Diamanti, opportunamente ristrutturato, potrebbe essere utilizzato come resort di lusso per ospitare gli spettatori foresti (ma anche con camere a ore per chi ha esigenze di più rapido consumo), con un ristorante al piano terra dove si potrà, nella consolidata tradizione di certi locali storici di Ferrara, vendere a prezzi da urlo la salama rancia e l’anatra scongelata; nel cortile, una simpatica rivendita di pesce e cacciagione per quei galantuomini che volessero, tornando a casa dopo aver fatto il tour completo del centro storico, raccontare alle mogli di essere stati a caccia o a pesca.
Se invece volete sapere come e perché casinò, slot machine, scommesse reali e on line danneggiano le città e le vite (e anche l’economia), potere dare un’occhiata a → questo sito, o meglio ancora cercare di procurarvi → questo libro (alcuni dei suoi capitoli potete scaricarli gratis dallo stesso sito).
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