Economia e Lavoro
5 Marzo 2014
Cancellata la contrattazione aziendale di 43 anni. Nardini (Fiom): "Atto ostile e violento. Modifica epocale"

Addio Vm, dal 1° aprile si chiamerà Fiat

di Mauro Alvoni | 3 min

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Immagine d'archivio

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Cento. Addio Vm Cento. Dal 1° aprile la fabbrica centese di motori diesel si chiamerà Fiat. E non è un pesce d’aprile annunciato in anticipo. E’ invece ciò che avverrà realmente secondo quanto ha comunicato l’azienda lunedì scorso, come previsto dall’articolo 47 delle legge 29 dicembre 1990 sul trasferimento d’azienda. Un trasferimento d’azienda, appunto, che fa seguito all’acquisizione da parte di Fiat del 50% delle azioni Vm possedute fino a ottobre 2013 da General Motors, controllandone così da quella data il 100%. Le valutazioni successive hanno portato le due aziende a ritenere opportuna l’operazione di trasferiimento, adducendo motivi di razionalizzazione.

Una notizia che arriva deflagrante all’interno dell’assemblea dei lavoratori tenutasi ieri, dopo che da qualche tempo si rincorrevano le voi relative a questa temuta eventualità, fino a 24 ore fa senza alcuna conferma ufficiale. Deflagrante perché il trasferimento d’azienda, che di fatto decreta la morte di Vm, non è un semplice cambio d’insegna, ma un mutamento radicale della filosofia che finora ha caratterizzato uno dei gioielli produttivi della nostra provincia. In parole povere, cambieranno le condizioni di lavoro per i dipendenti, in quanto dal 1° aprile verrà applicato ai lavoratori il contratto Ccsl (Contratto collettivo specifico di lavoro) Fiat e non più il contratto collettivo nazionale di Federmeccanica. “Viene disdettata tutta la contrattazione aziendale – riferisce il segretario provinciale della Fiom, Mario Nardini – a partire dall’accordo dell’11 novembre 1971 fino a quello del 7 maggio 2013. Praticamente 43 anni di contrattazione cancellati così, con un colpo di spugna. Ci sentiamo presi in giro, per usare un eufemismo: una simile comunicazione, per come la vedo io, è un atto ostile e violento”.

L’impegno che la Vm Motori si era assunta relativamente al rinnovo della contrattazione aziendale viene così “rimangiato”, in virtù del fatto che subentra un nuovo proprietario. Avrebbe potuto scegliere di rimanere autonoma, ma ha ha preferito invece entrare nella “galassia” Fiat. Con la quale, a quanto pare, le condizioni di lavoro rischiano di essere peggiorative per i dipendenti. Si passerà dalla misurazione della produttività Tcm (tempo impiegato dal pezzo dall’origine al suo utilizzo) al metodo Fiat Wcm, che impone di concentrare le azioni dell’operaio sulle attività che trasformino il prodotto piuttosto che sulle azioni accessorie (non si possono insomma perdere secondi preziosi in movimenti improduttivi). Ma al di là di questo, come spiega Nardini, la prestazione del lavoro “subirà modifiche, con linee di montaggio in scorrimento che progressivamente verranno programmate in postazione fissa”. “Senza contare – aggiunge – che con il contratto Fiat non sono ammesse pause superiori alla mezz’ora per la mensa, comportando maggiore affaticamento per gli operai”.

Per i sindacati e le Rsu ci saranno da affrontare diversi problemi, da quello dei salari fino al carico di lavoro, dai permessi ai rapporti sindacali stessi. “Cambia il mondo”, esclama contrariato Nardini, che definisce la disdetta della contrattazione una “roba abbastanza strana” e una “modifica epocale delle cose in Vm”. “Gli accordi del 2013 – commenta – non li abbiamo fatti per essere poi trattati in questo modo. C’erano impegni sull’occupazione, su 280 nuove assunzioni. E’ un impegno che sarà rispettato oppure no? Se l’aria che tira è questa, non credo. Prima con Vm noi sindacati potevamo ragionare, con Fiat penso che diventerà tutto più complicato”. Intanto il clima che serpeggia in Vm è di ansia e rabbia per quanto sta avvenendo in maniera così repentina.

E ora? Ora al sindacato non rimane che attendere i prossimi incontri con l’azienda per “capire che aria tira” e verificare quali saranno le condizioni dal punto di vista del lavoro. “Quindi – copnclude Nardini – diremo che non si fanno le cose in modo unilaterale. Non escludo un eventuale ricorso alle mobilitazioni. Insomma, non penso si tratterà di una vicenda di breve durata”.

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