Lagosanto
12 Febbraio 2014
La Tfc Galileo di Vaccolino accusate di emissioni moleste

Troppe esalazioni, fonderie in tribunale

di Daniele Oppo | 3 min

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Oltre duecento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

admin-ajaxLagosanto. Bruciori agli occhi e alla gola, esalazioni maleodoranti che rendono difficile lo stare in casa, rumori molesti anche nella notte e una qualità della vita presto deteriorata. Una situazione che si protrae da anni e che ha portato nel 2012 due stremati e combattivi cittadini di Vaccolino a presentare un esposto alla Procura della Repubblica ai fini della valutazione di sussistenza di ipotesi di reato di inquinamento (dell’aria e da rumore) ed eventuali altri reati nei confronti delle vicine (circa 300 metri) fonderie Tfc Galileo, indicata come fonte dei disagi.

“Queste persone vivono in una situazione particolare  – spiega l’avvocato Carmelo Marcello che insieme al collega Claudio Maruzzi assiste i due abitanti di Vaccolino -: quando hanno comprato casa le fonderie ancora non c’erano, vivevano tranquilli, vicino alla campagna”. Poi l’insediamento dell’impianto e i problemi dovuto ai rumori e alle esalazioni che, già nel 2005, quando la gestione era della società Bm Casting, aveva provocato anche un’interrogazione in consiglio provinciale da parte dei Verdi. Il cambio di gestione non ha però portato via i problemi ambientali e di salute fino ad arrivare all’esposto a carico del legale rappresentante e del procuratore speciale della Tfc Galileo che ha portato all’emissione di un decreto penale di condanna – poi opposto dagli indagati con richiesta di dibattimento – per violazione dell’articolo 674 del codice penale (che riguarda le emissioni moleste).

Alla prossima udienza, ancora da fissare, i due cittadini si costituiranno parte civile per far valere le proprie ragioni e per chiedere di essere risarciti di tutti i danni subiti in conseguenza dell’ipotesi di fatto-reato contestata agli imputati. “Cosa che potranno – aggiungono i legali – fare anche altre persone che dimostreranno di avere subito danni, disagi, o fastidi per effetto delle immissioni”. I rappresentanti delle fonderie Tfc Galileo dal canto loro hanno sempre opposto di svolgere l’attività nei limiti di legge, cosa al momento non contestata: “Anche se l’impianto rispetta i limiti provoca comunque esalazioni moleste, chi ci abita vicino non sa più come vivere – spiega l’avvocato Marcello -. La giurisprudenza dice che anche nel rispetto dei limiti di legge ci possono essere molestie alle persone e infatti con il decreto penale di condanna il giudice accoglieva questa nostra posizione. Il caso di Porto Tolle, anche se di portata diversa, è emblematico in tal senso, anche lì Enel asseriva di rispettare i limiti ma è stata comunque condannata”.

La vicenda ha anche degli strascichi dal lato amministrativo: “Abbiamo appreso dai giornali e poi dal Bur che le fonderie hanno  recentemente chiesto una nuova Aia alla Provincia – racconta l’avvocato Marcello – e noi ci siamo mobilitati presentando delle memorie tecniche affinché chi deve concedere le autorizzazioni lo faccia conoscendo cose che prima non sapeva”. L’obiettivo non è però quello di far chiudere le fonderie, bensì arrivare a un compromesso accettabile che consenta la produzione industriale e, al contempo, garantisca una qualità della vita accettabile per chi vive vicino all’impianto: “I nostri clienti non vogliono che chiuda, tutt’altro  – spiega Marcello -, ma chiedono da anni che si faccia uno sforzo in più per non recare disagio, adottando le migliori tecnologie disponibili e effettuando controlli più approfonditi”.

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