Economia e Lavoro
12 Febbraio 2014
Da Eni 90 milioni di euro nel potenziamento del cracking, garantendo le materie prime al petrolchimico ferrarese

Versalis investe: scampato il “Tifone Marghera”

di Ruggero Veronese | 3 min

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admin-ajax (5)Sembra definitivamente scampato il rischio del “Tifone Marghera” sul petrolchimico di Ferrara, grazie all’accordo firmato da Versalis (gruppo Eni) e i sindacati nazionali dei lavoratori della chimica Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil. L’azienda ha infatti ufficializzato il consolidamento dell’impianto cracking di Marghera attraverso l’investimento di oltre 100 milioni di euro, compresa la fermata per manutenzione straordinaria del 2015, e l’adeguamento della capacità produttiva alla esigenza delle integrazioni produttive con i petrolchimici di Ravenna, Mantova e Ferrara, che ne escono quindi rafforzate.

Una notizia che rassicura le aziende dei petrolchimici del nord Italia riguardo agli approvvigionamenti delle materie prime necessari alla produzione di materie plastiche: l’impianto di craking di Porto Marghera è infatti indispensabile per “scomporre” le molecole nei monomeri di base, che arrivano nei vari centri attraverso condotti sotterranei (pipeline). “Versalis – scrivono i sindacati dopo la firma dell’accordo – attraverso un investimento di circa 100 milioni di euro realizzerà un nuovo impianto che utilizzando oli vegetali con un processo innovativo e competitivo produrrà intermedi rinnovabili, che impiegherà a regime circa 90 addetti”. Il progetto si avvale di una intesa con Elevance Renewable Science, società chimica statunitense vincitore del Nobel WinningPrize Technology, che ha sviluppato un processo innovativo di metatesi nel campo delle materie prime rinnovabili. Versalis ed Elevance costituiranno una nuova società allo scopo, a maggioranza Versalis, con sede a Venezia. Durante il tempo previsto per la realizzazione del progetto (circa sei mesi) la fornitura di monomeri verrà garantita ai petrolchimici del nord Italia da una serie di trasporti navali attraverso chiatte, che porteranno a Porto Marghera le materie prima da passare attraverso le pipelines ai vari stabilimenti.

“Si tratta di un accordo lungamente atteso – afferma il segretario nazionale Femca – Cisl Gianluca Bianco – e di grande importanza. Il consolidamento del cracking e il nuovo impianto di chimica verde rappresentano concretamente il rilancio dell’area area dal punto di vista industriale, e nello stesso tempo della integrazione dei siti dell’area padana. Siamo soddisfatti e comunque sempre attenti alla necessità che tutti i siti di Versalis in Italia abbiano adeguati investimenti per consolidare e sviluppare una chimica sostenibile nel nostro paese”.

In chiave locale il segretario provinciale di Femca, Stefano Mantovani, si aspetta che queste novità possano ridare sicurezza alle aziende insediate al petrolchimico spingendole a far luce sui propri piani industriali e favorendo l’iter per la creazione di un nuovo accordo di programma. “Con questo accordo – afferma Mantovani – vengono a cadere i dubbi legati all’approvigionamento delle materie prime. A questo punto le aziende presentino i loro progetti e cerchiamo di procedere senza intoppi verso un nuovo accordo di programma. Le società mostrino il proprio impegno anche verso Ferrara”.

L’assessore all’ambiente Rossella Zadro punta ad arrivare al nuovo accordo di programma “entro aprile” e assicura che gli investimenti a Ferrara non sono in discussione. “L’investimento di Versalis nell’impianto per gli elastomeri è confermato – afferma l’assessore – e oggi siamo in procinto di mettere la prima pietra del progetto. Stiamo chiedendo garanzie a tutti i soggetti all’interno del petrolchimico, indipendentemente da Porto Marghera, anche se è evidente che il mantenimento del cracking garantirà la fornitura di materia prima. E questo significa anche che Eni ha intenzione di puntare sulla chimica in Italia. Ora procediamo con l’accordo di programma, un esempio unico tra i petrolchimici d’Italia, molti dei quali non hanno ancora fatto partire le bonifiche”. Restano però secondo la Zadro alcuni problemi principali per il comparto chimico: i costi di energia e lavoro. “Purtroppo non dipendono dal Comune, ma dal governo, ma è in questi ambiti che bisognerebbe intervenire, ma spesso manca la volontà da parte della politica nazionale”.

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