Economia e Lavoro
23 Gennaio 2014
L'offerta di Deutsche Bahn mette a rischio il monopolio di Tper e Trenitalia. La sfida potrebbe giovare al servizio

Un concorrente tedesco contro i “soliti noti” delle ferrovie

di Ruggero Veronese | 3 min

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admin-ajax (8)Non c’è solo Italo, il treno ad alta velocità lanciato da Montezemolo, a turbare il sonno di Mauro Moretti e dei vertici di Trenitalia. A pochi mesi dalla nuova gara d’appalto per l’affidamento del trasporto ferroviario in Emilia Romagna, arriva – è veramente il caso di dirlo – dalla Germania il terzo incomodo nella sfida tra Tper e Trenitalia. Si tratta di Deutsche Bahn, che attraverso la propria società controllata Arriva – potente multinazionale dei trasporti con sede a Sunderland, in Inghilterra – ha presentato un’offerta che verrà valutata dalla commissione tecnica istituita dalla Regione.

La notizia non è ancora confermata da Fer, gestore della rete ferroviaria, ma secondo “Il Sole 24 Ore” la proposta di Deutsche Bahn – Arriva sarebbe già stata depositata nello studio di un notaio bolognese, assieme a quelle di Tper e Trenitalia. Del resto la posta in gioco è molto alta e non sorprende che possa far gola anche a investitori esteri: il bando d’appalto parla di un affidamento per 15 anni (prorogabili a 22) per una base d’asta pari a 153 milioni di euro all’anno. Ma oltre al normale svolgimento del servizio la Regione chiede anche un investimento notevole a chi si aggiudicherà il servizio per rinnovare il parco carrozze: 400 milioni di euro, una cifra che secondo le previsioni basterebbe per sostituire circa i due terzi dei treni regionali.

Non manca, inutile dirlo, chi si augura che le voci sull’interesse tedesco si concretizzino in un effettivo cambio di gestione del trasporto su rotaia. Tra questi anche l’osservatorio nazionale “Europaviva 21“, secondo cui “come ha dimostrato l’esperienza di Italo per quanto riguarda l’alta velocità, l’avvio anche per il trasporto regionale di una vera concorrenza non potrà che stimolare tutti gli operatori a migliorare la qualità del servizio”. Una qualità che finora è sempre stata il tallone d’Achille di Trenitalia e Tper, che negli ultimi anni in Emilia Romagna hanno accumulato 13 milioni di euro in sanzioni causate da disservizi: ritardi, soppressioni, intere carrozze chiuse, problemi al riscaldamento, all’aria condizionata, bagni guasti. Una serie di problemi ben conosciuti dai 140 mila pendolari emiliano-romagnoli che ogni giorno si muovono sulle linee regionali e per i quali i comitati hanno dato vita a vere e proprie crociate.

I vertici di Arriva nel frattempo sembrano avere già le idee chiare su come operare sul territorio italiano. Marco Piuri, amministratore delegato dell’azienda inglese, in una recente intervista al Corriere del Veneto ha affermato che i ricavi dal trasporto ferroviario regionale in Italia possono superare del 29% quelli della Germania. E che, di conseguenza, l’acquisto e l’ammodernamento di nuovi mezzi sarebbe tutt’altro che un’utopia. L’incasso dai biglietti ferroviari copre attualmente una quota del 30-40% delle spese effettive, mentre la fetta più grossa di ricavi viene dalle ricche sovvenzioni regionali. Ma la difficoltà maggiore per inserirsi nel mercato dei servizi italiano, secondo Piuri, deriva dalla modalità degli appalti, che prevedono il passaggio immediato da un’azienda all’altra dell’intero “pacchetto” di tratte regionali. Una condizione che secondo l’ad di Arriva finisce per avvantaggiare i “soliti noti” (Trenitalia, Tper o altre aziende regionali) a scapito dei nuovi concorrenti, che in poche settimane dovrebbero occuparsi della sostituzione e della messa in servizio di un intero parco treni. Meglio sarebbe, secondo Piuri, una modalità che consentisse un passaggio più progressivo da un gestore all’altro.

Questo non ha però impedito ad Arriva di sbarcare in Italia, dove è già presente in Lombardia e in Friuli Venezia Giulia. Per quanto riguarda l’Emilia Romagna bisognerà aspettare la prossima estate, quando saranno resi noti i risultati della gara di appalto (il criterio di scelta è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa). E, fino al momento in cui subentrerà il nuovo operatore, il servizio continuerà a essere erogato dal consorzio formato da Tper e Trenitalia, che dal 2011 operano in regime di proroga per una somma pari a 120 milioni di euro all’anno.

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