Politica
12 Gennaio 2014
E Calvano polemizza con Fabbri: "A differenza sua Tagliani si è dato da fare invece di contestare e picconare"

Finco: “Un cammino insieme verso Ferrara 2020”

di Daniele Oppo | 4 min

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È stato formalmente eletto dall’assemblea comunale del partito  il nuovo segretario comunale del Pd.  Renato Finco è ora ufficialmente il successore di Simone Merli, forte di 64 voti a favore su 69 votanti totali. Ma l’assemblea per la sua elezione ha visto anche un duro attacco di Calvano al sindaco di Comacchio Marco Fabbri.

Finco, già segretario del circolo di Porotto, era l’unico candidato a ricoprire la carica e il suo programma segna un nuovo passo nella gestione delle politiche locali: più spazio al territorio e alle sue rappresentanze, con il lavoro come tema centrale per un percorso che più attento al laboratorio di partito Ferrara 2020. “Vorrei un centrosinistra saldamente ancorato al territorio – annuncia – che faccia da stimolo e anche da pungolo all’amministrazione comunale. Il ruolo fondamentale della sua segreteria dovrà dunque essere quello “di mettere a valore le competenze e le conoscenze dei circoli, ma anche della società civile, in modo da non disperderne il patrimonio”, anche in vista delle prossime elezioni amministrative senza corsa per le Circoscrizioni. Il modello di gestione è così partizionato da Finco: un segretario che coordini la segreteria centrale (la cui composizione verrà annunciata a breve) e che si confronti costantemente con una conferenza dei segretari di circolo per elaborare temi e proposti la cui deliberazione è compito centrale dell’assemblea comunale.

 Il tema centrale su cui Finco vorrebbe lavorare è quello del lavoro, a partire dal Jobs Act presentato da Matteo Renzi “che contiene molti elementi condivisibili”, con un occhio di riguardo alla scuola “in modo da migliorare la connessione lavoro-scuola, prendendo anche spunto da quanto proposto qui a Ferrara dall’Istituto Vergani-Navarra”. Attenzione anche alle ‘feste democratiche’: “Sono una nostra forza, dobbiamo metterle a valore con una attenta programmazione e rendendole sempre più accattivanti”.

Durante l’assemblea tenutasi al centro sociale Acquedotto non sono mancate le scaramucce interne al partito. Ilaria Baraldi ha auspicato un cambio di passo e apprezzato il coinvolgimento di Ferrara 2020 (di cui fa parte): “È segno che finalmente c’è la disponibilità a qualcosa di nuovo — afferma – ma bisogna anche trovare modi di discussione differenti, perché i contenuti non si generano dalla non-discussione delle assemblee comunali in cui ognuno parla per cinque minuti: vanno creati nei circoli, in gruppi di lavoro e poi deliberati o emendati dall’assemblea”. Il segretario uscente, Simone Merli, rivendicando il lavoro svolto in “quattro anni, un mese e due giorni” si toglie qualche sassolino dalla scarpa, in particolare verso chi ne ha contestato il doppio ruolo di segretario e capogruppo in Consiglio comunale – “Non è stata una mia imposizione ma una scelta del partito” –  e chi – probabilmente proprio la Baraldi – ne ha contestato la gestione: “Non ho mai ricevuto una chiamata che mi dicesse che la direzione presa dal partito nei confronti dell’amministrazione fosse sbagliata e andasse cambiata, se qualcuno pensa che ci siano problemi lo deve dire e ne dobbiamo parlare tutti insieme”, afferma dopo aver ricordato che “il Pd è sempre stato presente di fianco ai lavoratori quando si sono verificate le crisi aziendali” e che “nonostante la crisi, grazie alla spinta del Pd si sono mantenuti i soldi per le esigenze sociali”.

Fra gli interventi anche quello del segretario provinciale Paolo Calvano: “Completiamo il processo di cambiamento messo in moto da qualche mese, adesso penseremo alle primarie nei Comuni dove non c’è ancora un candidato condiviso”. Il segretario riafferma la necessità di ascoltare sia le istanze del partito che quelle della società civile “che dovremo governare e alla quale dovremo dare risposte”. Ma Calvano allarga il campo e pensa alla politica nazionale: “Finalmente possiamo dire che il Pd non subisce più le decisioni altrui ma detta l’agenda al Governo e al Paese con gli altri che inseguono”. Parla del suo partito, riconosce gli errori delle passate amministrazioni comunali, rileva l’affiorare del problema che lui chiama “delega delle responsabilità”, del dare le colpe agli altri che – a sentire Calvano – sarebbe di derivazione grillina e, nell’esaltare sul tema l’operato di Tiziano Tagliani, finisce per prendere come esempio negativo proprio un esponente territoriale del Movimento 5 Stelle, il sindaco di Comacchio Marco Fabbri: “Pensate se Tagliani si fosse comportato come Fabbri, dicendo ‘non posso fare niente perché chi c’era prima di me ha distrutto tutto’. Invece no, Tagliani si è rimboccato le maniche cercando, ad esempio, di completare e far funzionare al meglio l’ospedale di Cona anziché limitarsi a contestare e picconare”.

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