Codigoro. Rischio legionella all’Hospice di Codigoro? “Le azioni intraprese porteranno a breve al rientro nei valori fisiologici del batterio”. Lo assicura il direttore del Distretto Sanitario Sud-Est, Sandro Guerra, nella relazione richiesta il 18 novembre dal comitato di distretto, dopo il primo allarme lanciato sulla stampa dall’attivista comacchiese Manrico Mezzogori. Nel documento di Guerra sono riportate le prassi e gli interventi di prevenzione svolti e i dati comparativi della struttura di Codigoro con gli ospedali di Argenta e di Valle Oppio, oltre che alcune considerazioni scientifiche sulla legionellosi e sulle possibilità di contagio umano.
Il direttore del distretto confronta i dati registrati a Codigoro con quelli di Argenta, simili sia per il livello di concentrazione che per il sierogruppo del batterio, affermando che nonostante alcuni valori fuori norma, “non si è verificato ad Argenta alcun caso di legionellosi negli ultimi 15 anni”. Cifre che comunque saltano all’occhio e che, secondo le normative vigenti (che prevedono una concentrazione massima di 10.000 Ufc/l), non si dovrebbero riscontrare all’interno di strutture sanitarie. Ad Argenta uno dei bagni dove è stato eseguito il monitoraggio riportava nel marzo scorso un valore di 13.400 Ufc/l, mentre su 13 bagni analizzati a Codigoro due sforano in maniera importante il limite con 19.500 e 16.000 Ufc/l. Valori che per i pazienti dell’hospice, in gran parte malati terminali con un sistema immunitario fortemente compromesso, possono portare a un possibile contagio.
In questo ambito la normativa varia molto da regione a regione. L’Emilia Romagna prevede un limite di Ufc/l (unità formanti colonie per litro) di 10.000 Ufc/l per i reparti sanitari non a rischio, categoria in cui rientra anche l’hospice. “La struttura di Codigoro – scrive Guerra – rientra tra le strutture socio-sanitarie e socie assistenziali e non è, come si è detto, una struttura ad alto rischio perchè occupata da soggetti immunodepressi (gli immunodepressi sono nei reparti di malattie infettive, nei centri di riferimento per i trapianti, nei centri oncologici in cui si trattano con trapianti le patologie tumorali del midollo). I nostri pazienti in Hospice sono a volte debilitati in quanto terminali”. In base a questa distinzione sono quindi due i bagni della struttura che presentano valori fuori norma, e Guerra descrive le procedure condotte per riportare la situazione alla norma, come evitare temporaneamente l’uso della doccia, far scorrere quotidianamente acqua calda ed effettuare disincrostazioni quotidiane dei sanitari. Procedure che, in un caso avvenuto ad Argenta riportato dal direttore del dipartimento, hanno fatto calare il valore Ufc/l da 13.400 a 300 in circa due mesi di tempo.
Nei rimanenti servizi igienici i numeri variano da poche centinaia a un massimo di 5.300 Ufc/l. Cifre che in altre regioni farebbero comunque suonare campanelli d’allarme: “Rischio elevato di infezioni nosocomiali nel caso in cui la concentrazione di legionelle sia maggiore di 1.000 Ufc/l”, si legge nelle linee guida del Trentino Alto-Adige, e un valore analogo è riportato nel caso del Piemonte. Secondo Guerra le misure adottate riporteranno comunque la normalità nell’Hospice di Codigoro e il 18 dicembre verranno eseguiti nuovi controlli. Il direttore del distretto sud est specifica inoltre come nella struttura oltre all’acqua delle tubature non vi siano altri potenziali portatori di contagio e che, nelle procedure terapeutiche che richiedono l’utilizzo di acqua, “viene utilizzata solo ed esclusivamente acqua sterile in confezioni monodose”.
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